1977, Michèle Causse e Maryvonne Lapouge – Ecrits, voix d’Italie: Loredana Baldin

Michèle Causse e Maryvonne Lapouge, 1977. «Loredana Baldin», in Ecrits, voix d’Italie, Paris: Éditions des femmes, pp. 432, 434-435, 444-449.

 


Traduzione di “Kolia” per LesWiki.
Ecrits, voix d’Italie – Indice e note

 

“Con l’anima”, scultura di Loredana Baldin


Loredana Baldin

p. 432

È nata a Roma dove vive attualmente. Pittrice, disegnatrice ha creato per la televisione un trailer [générique] che è diventato un punto di riferimento. Crea e realizza anche gioielli. Loredana, che è timida ma caustica, è anche seria e allo stesso tempo giocosa. I suoi pensieri sono interrotti da lampi di ironia corrosiva. Il suo viso traduce esattamente i poli opposti del suo pensiero, i suoi occhi ridono quando la sua bocca piange. Loredana da più di trentaquattro anni porta sul mondo uno sguardo “altro”. La sua sola realtà è quella che lei inventa e mostra una diffidenza innata nei confronti di tutto ciò che esiste, di tutto ciò che è dato per scontato. Con tre amiche ha fondato una cooperativa. Tutti i guadagni che incassano con la fabbricazione e la vendita di oggetti artigianali sono divisi tra loro quattro.
[fine p. 432]


 

Storia della statua della Libertà
pp. 434-435

 

Tutti conoscono la statua di bronzo, simbolo della libertà degli uomini, eretta a New York nel ventesimo secolo dopo Cristo dalla cultura patriarcale. Tuttavia, un giorno questa statua riempì di stupore la popolazione di New York: appare nuda. Il capo della polizia fu avvertito immediatamente. È il panico. Viene deciso di coprire di plastica l’oggetto dello scandalo. (Nel quartier generale della polizia invano si consultano le schede delle prostitute nella speranza di trovare la modella della scandalosa statua: si scoprirà più tardi che era francese… morta da diversi decenni). Nondimeno, data l’enormità del fatto, il vescovo di New York arringa i fedeli contro i pericoli della nudità, ugualmente analizzata anche in alti e competenti luoghi (magnati della stampa pornografica, sociologi, storici dell’arte). All’unanimità viene giudicato opportuno rimettere il vestito alla statua. Per fare questo si sceglie Thor, che non è solo un idolo della canzone , ma un Superuomo in possesso di udito supersonico e di superpoteri. D’un balzo, Thor forgia un nuovo vestito di bronzo e ricopre la statua. Ma ahimè…Un bel giorno la statua presenta agli occhi stupiti della popolazione un addome afflitto da una strana protuberanza. Immediatamente vengono informate le autorità competenti. E comincia [fine p. 434] allora l’operazione “Libertà”. Un sismologo, un dietista, un neurologo cercano di penetrare le cause dell’insolito gonfiore addominale. Anche un astrologo è chiamato a consulto… nonostante ciò, il ventre continua a gonfiarsi e lo scandalo prende proporzioni nazionali (il dollaro cade … il Presidente consulta il suo medico personale): è chiaro che la statua ha il pancione. Bisogna farla sposare. Si cerca un marito americano … Bill Tex, cioè Capitan America. E’ prevista una grande cerimonia. Ma ahimè… il giovane sposo (Superman patriottico e volante) si punge con la corona della statua e cade ai piedi della folla. Interviene allora Nembo Kid che, in un delirio moralizzatore, decidi di trasportare la colpevole su un pianeta e di sostituirla con un’altra statua, scolpita da lui stesso. Purtroppo, ancora una volta la statua fa a modo suo, non ci vuole molto a scoprire che fuma hashish, drogando le masse di giovani che si affollano ai suoi piedi. Subito l’associazione dei tabaccai protesta. Gli psichiatri e psicoanalisti aprono un dibattito su “Droga e cultura”. Psycolman, il grande, il superuomo degli psicologi, raccomanda un rimedio infallibile contro un male così pericoloso: dei super-tranquillanti quattro volte al giorno.
Finalmente la statua smette di fumare. Le autorità si congratulano. La statua è tranquilla. “L’uomo ha vinto la libertà”. Ci si prepara a festeggiare. Ma improvvisamente, ecco che in un gran boato la statua della Libertà si fracassa in mille pezzi, schiacciando tutti intorno a lei per lasciare il passo

a migliaia di donne libere

 

[fine p. 435]


Alle pagine 436-443, il fumetto di Loredana Baldin e Giovanna Pala La statua della libertà


[Intervista a] Loredana Baldin, pp. 444-449

– Come è nata la storia della statua della libertà?
– É un progetto che avevo a cuore da molto tempo. Volevo riprendere i personaggi classici dei fumetti, i Superman e deriderli in un disegno femminista.

– Hai fatto da sola i testi e i disegni?
– No, Giovanna Pala ha scritto il testo, abbiamo lavorato in stretta collaborazione. Mi sono divertita molto.

– Ti divertiva il disegno o il testo?
– É stato il disegno, lo volevo molto accusatore, in effetti avrei voluto esprimere tutto con il disegno ma Giovanna dava molta importanza al testo, lavorava lentamente e io sono molto impaziente.

– Anche tu lavori lentamente?
No, io sono rapida nel disegno, prima ero più pigra… In effetti vorrei disegnare e scrivere il testo nello stesso momento… Giovanna voleva un testo più elaborato. Lei non é “visuale”e ricorre volentieri alle parole… questo frenava il mio lavoro… voleva la parola esatta… lei é precisa.
[fine p. 444]

– Ha ragione, senza dubbio. Ci sono cosi pochi fumetti orientati verso la denuncia ironica…
– La nostra storia é molto ironica… ma non so se sia facilmente comprensibile. Vedi, in questo momento si politicizza tutto… si vuole il discorso preciso… però io non ho voluto fare un discorso troppo ideologico…

– Vuoi dire che il messaggio rischia di non passare?
– É al livello del disegno che deve passare… Le femministe fanno sempre delle cose troppo serie… almeno a Roma…sono pesanti. Ma il fumetto deve essere divertente… ed é il disegno, l’ironia del tratto che deve veicolare il messaggio… Prendi questo bicchiere, per esempio: a seconda che lo si disegni in questo modo o da un altro angolo, assume un significato differente, il testo ne sorregge l’intenzione… Si vedono di fatti degli autentici paradossi nel dominio del fumetto. Ho partecipato al festival dei comics di Lucca… C’era una ragazza, una certa Cecilia, che aveva disegnato un fumetto sull’aborto… Voleva incoraggiare la liberalizzazione ma il suo disegno era di una stupefacente volgarità e tradiva completamente le sue intenzioni. Ecco una donna che portava avanti una lotta femminista ma che in realtà non lo era per niente. La sua visione della donna era orrenda… e il messaggio finiva per essere capovolto… Era ancora succube della rappresentazione maschile della donna… il suo tratto la denunciava.

– Hai altri progetti?
– Sì, ho un’idea in testa ma non l’ho ancora elaborata É ancora allo stato embrionale. Vorrei mettere in [fine p. 445] scena dei personaggi o delle situazioni che fossero doppie. Da una parte si vedrebbe il personaggio reale e dall’altra la sua caricatura…

– Una specie di Jekyll-Hyde?
– Sì, ma senza il romanticismo. Prendiamo un personaggio classico dei fumetti, il poliziotto, ecco io vorrei che la rappresentazione realistica del poliziotto fosse in effetti la sua caricatura….E la caricatura del poliziotto la sua realtà… Capisci? É difficile da spiegare… Visivamente sarebbe molto più facile…

– Mi sembra crudele…
– Dev’essere crudele per l’argomento che m’interessa… mostrare che le donne sono ancora sottoposte, non a delle realtà d’uomo ma a delle caricature, a delle istituzioni incarnate sotto specie maschili… Sì, vorrei che fosse il personaggio, non caricato, ad essere comico e non la sua caricatura… Insomma è il processo inverso di ciò che si fa abitualmente che m’interessa.

– Per esempio?
– Immagina un prete, beh io vorrei che fosse bello, piacevole, un prete operaio intelligente, d’avanguardia, insomma una caricatura, secondo me. É quello che vorrei trasmettere… Ma ce l’ho ancora abbastanza confuso.

– É sottile e senza dubbio difficile da realizzare
– Vorrei fare il testo e i disegni insieme.

– É stato in seguito alla tua frequentazione del Movimento Femminista Romano che ti sei interessata al fumetto “impegnato?
– Non frequento molto il Movimento, le [fine p. 446] donne che ne fanno parte non cambiano abbastanza in fretta la realtà… Sono venute a compromessi, credo che abbiano fallito…

– Questo dipende dagli obiettivi che si erano fissate
– Esatto, gli obiettivi cambiano… avevano degli obiettivi rivoluzionari…. sono scomparsi… nel riformismo sono riuscite…dunque, secondo me hanno fallito.

– E tu? Quale è la tua posizione?
– Finché è possibile rifiuto tutto ciò che è cultura, per principio non apro mai un libro… ma come tutti sono talmente condizionata che accetto comunque molte espressioni di questa cultura. Questa scatola di plastica, per esempio, so che é un fatto culturale ma mi diverte, mi piace, la compro. Il condizionamento culturale, sociale, esiste qualunque cosa si faccia… L’istintualità non esiste, poiché esso stessa é il prodotto di un condizionamento… Sono contro le manifestazioni per l’aborto. É ancora fare il gioco degli uomini… Più la donna si fa carico della non-riproduzione, più l’uomo si sente libero di disporre di lei a suo piacimento… Sono molto pessimista… Credo anche che il femminismo sparirà. Uomini e donne arriveranno a un compromesso… é troppo allettante per gli uni e le altre. Le donne hanno l’abitudine di servire gli uomini. Ad eccezione del 30% di omosessuali…

– 30% ? Vuoi dire il 3%!
– Se contiamo le bisessuali… La sola lotta che possono condurre le donne é quella dell’omosessualità… e siccome non ne hanno il coraggio… Il gruppo “omosessualità” é piccolissimo.

– In Francia le donne dei movimenti di liberazione sono in maggioranza omosessuali
– Ah si? Quante sono? Un centinaio? In Italia adesso tutte le donne dicono di essere femministe… Lo dicono anche gli uomini… Che le donne dicano questo é grave…sono tutt’al più delle timide riformiste… Questa parola, femminismo, é talmente compromessa che non ha più senso. Anche quelle che lavano i calzini dei propri mariti si dicono femministe…. E magari sono lo stesso coerenti se hanno smesso di lavare le camicie?…

– Le giovani generazioni sono differenti ?
– Ho insegnato disegno in una scuola di periferia per un anno… Beh i ragazzi facevano delle cose allucinanti…. A 13 anni sono dei giganti… Sono straordinariamente aggressivi e violenti. Per un cattivo voto in classe ti minacciano che ti bruceranno la macchina… o che te la ruberanno… E non esitano a farlo…. Conoscono bene gli adulti ladri, vandali… Lo sai, non sono una fifona… ma hanno il coltello facile… E bisogna vederli con i più piccoli… Li aspettano fuori della scuola con le loro grosse moto e per allettarli gliela prestano… I ragazzi si considerano come degli dei, virili, potenti… Un professore donna é inesistente, quasi invisibile… e se cerca di diventare loro amica é ancora peggio… Diciotto ore la settimana ho passato in quell’inferno… A urlare ogni momento, a cercare di impedirgli di saltare dalla finestra, di litigare tra di loro… Hanno messo della merda sulla scrivania della direttrice… Sono presi in una rete così stretta che niente gl’impedirà di diventare dei soggetti pericolosi… E ti lascio immaginare che opinione hanno delle donne!!!
[fine p. 449]


http://www.leswiki.it/repository/testi/voix/1977baldin.rtf

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