2007, Rosanna Fiocchetto – Dorothy Allison

Rosanna Fiocchetto, 2007. “Dorothy Allison: la scrittura della verità”

Pubblicato sul sito Fuoricampo.net è ancora reperibile allo: http://web.archive.org/web/20071108073814/http://www.fuoricampo.net/allison/allison_fiocchetto.html

DOROTHY ALLISON:
LA SCRITTURA DELLA VERITA’

di Rosanna Fiocchetto

La sua voce ha “l’accento del Sud”. Contiene “la sensazione, la rabbia assoluta, il dolore”, ma anche “la gioia e l’orgoglio”. Dorothy Allison, scrittrice perturbante, è nata nel 1949 a Greenville, nel South Carolina, “figlia bastarda di una donna bianca di famiglia disperatamente povera, una ragazza che aveva mollato la scuola media l’anno prima, faceva la cameriera e aveva quindici anni e un mese quando mi mise al mondo”. Tutto ciò che scrive Allison “viene fuori da questa comunissima storia americana”. I primi libri che ha letto li ha rubati, perché non poteva comprarli. E il suo bilancio della maturità è realisticamente agganciato alle sue radici: “Resto pur sempre la figlia bastarda di mia madre, sono una donna gelosamente attaccata alla famiglia che si è fatta, al mio figlio bastardo adottato e all’amante/compagna che mi nutre e mi stimola da oltre quindici anni”.

Si presenta cosi’ nell’introduzione a “Trash”, la raccolta di racconti appena pubblicati in italiano dalla casa editrice Il Dito e La Luna e tradotti da Margherita Giacobino. Quest’ultima è stata un’appassionata divulgatrice dell’opera di Allison nel suo saggio del 2003 “Orgoglio & privilegio. Viaggio eroico nella letteratura lesbica”, in cui (pp.132-141) ha analizzato l’ “incandescente materia narrativa” della scrittrice a partire da “Trash” e dal romanzo autobiografico “Bastard Out of Carolina” (1992). In queste pagine Giacobino ha colto con intelligenza che il merito di Allison sta soprattutto nel “ricordarci lo stretto rapporto che c’è tra verità e corpo (quando la verità ci tocca, ci tocca sempre anche nel corpo)”.

E che la sua impresa letteraria consiste nel “portare alla parola le vite fallite, le emozioni ribalde e impudiche, le vergogne, le paure e gli amori cosi’ forti che ti soffocano”.

La lettura di “Trash”, definito dall’autrice “un percorso di rappacificazione con la violenza della mia infanzia”, rappresenta una conferma “dal vivo” di queste osservazioni critiche. Descrivendo la genesi dei racconti, Allison dichiara che il loro punto di partenza è “un mistero”. E che a volte il mistero era semplicemente come narrarli: “Come parlare di voglia di sesso con senso dell’umorismo? di vergogna? di desiderio lesbico?”. Alcuni di essi sono stati scritti agli inizi del movimento femminista, in un periodo in cui, dice Allison, “lottavamo per la nostra vita, e sto parlando in senso letterale”, perché, specifica, “non volevo perdere ogni speranza, e suicidarmi per la disperazione”. Raccogliendoli, ha dato loro il titolo “Trash”, spazzatura, un insulto a lungo subito, “per prendere di petto questa parola e rivendicarla come un titolo d’onore”.

La tragica epopea di “storiacce tremende” che Allison rievoca ha origine nel racconto “Mamma”, con la sua nascita: l’immagine di una madre “impegnata a sradicare il desiderio dal suo cuore con la risoluzione di un eremita e di un asceta”, che le insegna il silenzio e la paura, che non ha il potere di salvare la figlia dallo stupro e dalla violenza del patrigno, ma che nello stesso tempo le trasmette la “grinta” per resistere, l’inconcepibile resistenza al momento terribile in cui “la vita si gira e ti prende a calci in culo”.

A partire da questa immagine, divenuta ormai un pacato fantasma, Allison scompone e ricompone il mosaico della sua esperienza di “lesbica della classe operaia” che, passo dopo passo, risale dal baratro di un odio che “si mangia tutto, si mangia anche te”. E nel mosaico trovano posto sempre nuove tessere: le donne conosciute, quelle amate, le lesbiche da bar, le politiche, le outsider. Un mosaico in cui il sesso, da incubo qual’era, diventa avventura, consolazione, sfida, saldandosi con una vita “piena di fasi calanti e crescenti”.

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Opere di Dorithy Allison:
– “The Women Who Hate Me”, poesie (1983; edizione allargata 1990).
– “Trash”, racconti (1988).
– “Bastard Out of Carolina”, romanzo (1992). Dal libro è stato tratto un film diretto da Anjelica Huston.
– “Skin: Talking About Sex, Class and Literature” (1994).
– “Two or Three Things I Know for Sure” (1995).
– “Cavedweller”, romanzo (1998). Anche da questo romanzo è stato tratto un film nel 2004.

Link su Dorothy Allison:
http://www.dorothyallison.net/
http://www.queerculturalcenter.org/Pages/Allison/AllisonIndx.html
http://news-service.stanford.edu/news/2001/may23/dorothyallison-523.html
http://www.tulane.edu/~wc/zale/allison/allison.html
http://www.identitytheory.com/printme/allisonprint.html
http://www.salon.com/books/int/1998/03/cov_si_31intb.html
http://www.curvemag.com/Detailed/5.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Dorothy_Allison
http://mchip00.nyu.edu/lit-med/lit-med-db/webdocs/webdescrips/allison734-des-.html