1373, Giovanni Boccaccio – Esposizioni sopra la Commedia di Dante

Giovanni Boccaccio, [1373-1374]. Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante. A cura di Domenico Guerri. Vol. 3. Bari: Laterza, 1918, p. 205.

Ma vedi anche: Giovanni Boccaccio, Esposizioni sopra la Comedìa di Dante, a cura di Giorgio Padoan, in Tutte le opere di Giovanni Boccaccio,  vol VI, Milano, Mondadori, 1965

[div class=”doc” class2=”typo-icon”]Boccaccio (Certaldo, Firenze 1313 – Certaldo, 1375) fu il primo biografo di Dante e uno dei primi commentatori della Commedia. Le Esposizioni raccolgono infatti il testo di sessanta lezioni pubbliche. Nel giugno 1373 una petizione di alcuni cittadini ai priori delle arti e al gonfaloniere di giustizia chiedeva la pubblica lettura del “libro che volgarmente si chiama el Dante”, per un anno tutti i giorni eccetto i festivi. Fu scelto Boccaccio che presso la chiesa di Santo Stefano in Badia, su commissione del Comune fiorentino cominciò le lezioni il 23 ottobre del 1373. Le terminò anticipatamente, nel gennaio del 1374, per le sue cattive condizioni di salute (morirà a Certaldo il 21 dicembre 1375) che gli impedirono di andare oltre il canto XVII dell’Inferno. Ogni canto contiene un’esposizione letterale e un’esposizione allegorica, condotta per lo più senza un’aderenza sistematica al testo.

Qui come pdf  allo http://www.leswiki.it/repository/maschi/1374boccaccio-commento-commedia.pdf mentre l’intero testo allo http://books1.scholarsportal.info/viewdoc.html?id=/ebooks/oca4/12/ilcomentoalladiv03boccuoft[/div]

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Inferno. Canto Decimoquinto. Lez. LVII [p. 205]

… Apare per queste parole alcuna differenzia esser tra quegli che contro a natura peccarono poichè per diverse schiere son tormentati, e non osa l’una schiera esser con l’altra; e senza dubbio differenzia ci è, per ciò che non solamente in una maniera e con una sola spezie d’animali si commette. Commettesi adunque questo peccato quando due d’un medesimo sesso a ciò si convengono, sì come due uomini, e similmente quando due femine; il che sovente avviene, e, secondo che alcuni vogliono, esse primieramente peccarono in questo vizio e da lor poi divenne agli uomini. Commettesi ancora quando l’uomo e la femina, eziandio la propia moglie col marito, meno che onestamente e secondo la ordinaria regola della natura e ancora delle leggi canoniche, si congiungono insieme. Commettesi ancora quando con alcuno animal bruto o l’uomo o la femina si pone; la qual cosa non solamente a Dio, ma ancora agli scellerati uomini è abominevolissima. E però dobbiam credere che, secondo che in questo più e men gravemente si pecca, così i peccatori dalla divina giustizia essere più e men gravemente puniti e distintamente.

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