Cosimo Bottegari (1554-1620), 1573-1600 circa. “Monicella mi farei”, Libro di canto e liuto. Trascrizione di Eugenia.
[div class=”notice” class2=”typo-icon”] “Monicella mi farei” è tratto dal Il libro di canto e liuto (1573-1600 circa) di Cosimo Bottegari, compositore fiorentino impiegato presso la corte del Granducato di Toscana. Alle opere d’argomento sacro giovanili, fa seguire brani “licenziosi” ispirandosi alla musica profana d’ambiente napoletano; da notare qui l’ultima richiesta della giovane che sta valutando a quali condizioni potrebbe farsi monaca. Vedi: Carol MacClintock, 1956.«A Court Musician’s Songbook: Modena MS C 311», Journal of the American Musicological Society, Vol. 9, No. 3 (Autumn, 1956), pp. 177-192.[/div]
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Monicella mi farei
S’io pensassi essere accetta,
Ed il nome ch’io vorrei
Saria Suor Bell’Angioletta .
Vorria aver le tonicelle
Di saietta Milanese,
E le bende bianch’e belle
Co’i soggoli alla francese.
Il bavaglio largo e fine,
La cintura lunga e stretta
Con le belle forbicine,
E’il coltello, e la forchetta.
Vorria ancor aver la cella
Assai larga e spatiosa,
E buon letto fosse in quella
Con casson pien d’ogni cosa .
Quand io fussi poi chiamata
Da parenti o da stranieri,
Verrei pronto a quella grata
Dov’io stessi volontieri.
E con dolce paroline
Col tener la bocca stretta,
Direi mille coseline
Da fermar chi avessi fretta .
Sopratutto vorria avere
‘Na divota vaga e bella ,
Che mi dessi ogni piacere
Ed anch’io ne dessi ad ella.
Allor si ch’io goderei ,
Fossi estate o fossi inverno ,
Nè già mai mi pentirei
Star rinchiusa in sempiterno.
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