1643, Giano Nicio Eritreo – Margherita Sarrocchi

Ian Nici Erithraei [Giovanni Vittorio Rossi], 1643. Pinacotheca imaginum, illustrium, doctrinæ vel ingenii laude, virorum, qui, auctore superstite, diem suum obierunt. Colon. Agrippinae [Amsterdam], apud Cornelium ab Egmond, CIC ICC XLIII, pp. 259-264.

Margarita Sarrocchia p.260
[…] Nostra vero Sarrocchia, virili plane audacia, Etrusco heroico carmine, rhyhmis adstricto, Scanderbergi Epirotarum longe fortissimi res gesta, Phoebo Musisque favenibus , multis libris prosecuta est; nec sicut quidam, qui maligne eam laudabant, solii eran dicere, fuit inter mulier vir, & inter viros mulier […]

<Il testo dell’opera reperibile allo: https://archive.org/details/imageGXIII246MiscellaneaOpal e allo https://archive.org/details/bub_gb_Rg2lngTJ-6gC>


In Pinacotheca imaginum illustrium, doctrinae vel ingenii laude, virorum, qui, auctore superstite, diem suum obierunt, Colon. Agrippinae : apud Iodocum Kalcovium et socios, 1645-1648. – 3 v. ; 8o. (Rif.: VD17 che indica come luogo di pubblicazione Amsterdam), opera di Giano Nicio Eritreo, l’autore […] eludendo sostanzialmente la distanza tra donna pagana e donna cristiana si sofferma sull’aver ceduto Saffo alle peccaminose propensioni sensuali e sessuali del tribadismo neppur troppo larvatamente riservate dall’opinione corrente ad una poetessa celebre quale fu Margherita Sarrocchi.

<Notizie tratte da: http://www.cultura-barocca.com/abczeta/crediti100.htm#STROZZI>

Nel 1623 a Roma, per i torchi di Andrea Fei, esce La Scanderbeide, poema eroico di MARGHERITA SARROCCHI. A. Aprosio ne parla espressamente a pagina 83 del suo Buratto (egli si riferisce verisimilmente alla edizione finale e completa del poema, tuttora ingressata nella sua “Libraria” intemelia: La Scanderbeide, poema heroico della Sig.ra Margherita Sarrocchi … dal Sig. Giovanni Latini … dato alla stampa, In Roma: per Andrea Fei, 1623 [6], 250 p. ; 4°).

Margherita Sarrocchi viene citata dall’Aprosio anche nel catalogo delle donne letterate inserito a pagina 29 dello Scudo di Rinaldo, l’identificazione può però tuttavia sfuggire atteso che, per errore di stampa, ella viene menzionata quale Margherita Tarrocchi.

[Sarrocchi Birago, Margherita scritta anche – Sarocchia, Margherita – Sarrocchia, Margherita: poetessa nata a Napoli o a Gragnano (NA) nel 1569 e morta a Roma nel 1617 o 1618. Vedi Ferrari, Luigi, Onomasticon. Repertorio bio-bibliografico degli scrittori italiani dal 1501 al 1850, Milano, 1947 – Michel, Suzanne P.; Michel, Paul-Henri, Repertoire des ouvrages imprimis en langue italienne au XVII siecle Firenze, L. S. Olschki, 1970 – Minieri Riccio, Camillo, Memorie storiche degli scrittori nati nel regno di Napoli, Napoli, tipografia dell Aquila di V. Puzziello, 1844 – The national union catalogue pre 1956 imprints, Chicago, American Library Association, 1968-1981 – World biographical Index. Internet-edition, K. G. Saur Eletronic Publishing Munchen: www.saur-wbi.de – Bandini Buti, Maria, Poetesse e scrittrici, Milano, Tosi, 1941-1942, 2 v. (Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, serie VI) – Nadia Verdile, Contributi alla biografia di Margherita Sarrocchi in “Rendiconti dell’Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti”, Napoli 1990, pp. 165-206]

Il poema della Sarrocchi in effetti era però già stato pubblicato da Lepido Facij, ancora a Roma, nel 1606, sebbene incompleto; secondo l’SBN La Scanderbeide poema heroico della signora Margherita Sarrocchi. Dedicato all’ill.ma & ecc.ma sig.ra D. Costanza Colonna Sforza marchesa di Carauaggio edito in Roma: appresso Lepido Facij, 1606″ [8, 97, 3 p. ; 4° – NUC pre-1956 v. 521 p. 180; Michel & Michel v. 7 p. 93 – Dedica firmata dall’Arrotato Accademico Raffrontato – Marca sul colophon – Stemma xilogr. della dedicataria sul front. si custodisce tuttora in: Biblioteca civica – Padova – Biblioteca nazionale Marciana – Venezia – Biblioteca consorziale di Viterbo.

La Scanderbeide prende nome dal protagonista della vicenda epica, l’albanese Giorgio Castriota detto Scanderbeg, sottratto alla sua famiglia da Murad II allorché l’imperatore ottomano conquistò l’Albania, convertito alla religione musulmana, fatto capitano dei Giannizzeri. Il poema prende spunto dalla seconda parte della vita dell’eroe, che durante l’assedio di Belgrado matura l’idea della ribellione politica e della riconversione al cristianesimo, quindi riconquista l’indipendenza dell’Albania dall’impero. Il soggetto si attaglia particolarmente alle esigenze dell’epica controriformata: la figura di frontiera incarnata dall’eroe, campione dell’Islam provvidenzialmente ravvedutosi e tornato in seno all’occidente cristiano, diviene paradigma di un sovradisegno celeste che ordina e ricompone i destini individuali e la sfera temporale dell’esistente. L’elemento della conversione, la cui fascinazione e viscosità esercitano grande influenza nel regno dell’epica post-tassiana, rende il personaggio storico Scanderbeg protagonista perfetto di un poema eroico: così scrive Pezzini, Serena in Ideologia della conquista, ideologia dell’accoglienza: La Scanderbeide di Margherita Sarrocchi (1623), MLN – Volume 120, Number 1, January 2005 (Italian Issue), pp. 190-222 – The Johns Hopkins University Press.

<http://www.cultura-barocca.com/abczeta/CREDITIMMm.htm>