Silvio Venturi, 1892. Le degenerazioni psico-sessuali (nella vita degli individui e nella storia delle società). Torino: Fratelli Bocca, pp. 519
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CAPITOLO II. Senilità dello spirito (Alienazioni mentali involutive) 101-185
[p.148] In tutti i Manicomi, ove non ci sia rigorosa sorveglianza, c’è da lamentare il gran numero delle malate che di notte tentano passare nel letto delle compagne a godere di amori lesbici. Il tribadismo nei Manicomi fu in Italia messo in luce dagli alienisti; ricordo Lombroso e Cantarano. Per mio conto, nei Manicomi che ho diretto, ho osservato che tale tendenza sarebbe più frequente di quanto da altri si è detto; e vidi anche che il vìzio non [p.149] sarebbe speciale di questa o quella malattia od età, mentre pressoché tutte le pazze, escluse le forme acute, vi vanno soggette. Il tribadismo si deve senza dubbio ritenere come un vero equivalente, sostitutivo del coito, poiché francamente le stesse malate lo dicono; al contrario della pederastia, la quale, come ho detto, è un vizio che non supplisce nei pazzi i normali bisogni sessuali. Vedremo altrove, parlando dei pervertimenti dell’amore, come il tribadismo possa diventare una vera passione sessuale, mostruosa, in talune persone degenerate.
CAPITOLO III. Mostruosità dello spirito (Alienazioni mentali a varia natura degenerativa) 186-308
[p.211] Vi sono coloro che sono avidi e insaziabili dell’amplesso ugualmente come vi sono i frigidi, vale a dire vi sono gli iperestetici e gli anestetici. Vi sono coloro che sono avidi e insaziabili dell’amplesso ugualmente come vi sono i frigidi, vale a dire che nella soddisfazione del bisogno erotico sono casti, altri sono pervertiti ed osceni (pederastia, tribadismo, inumazione, fellazione, camminar nudi per la stanza, esposizioni oscene, ecc.). Hanno in ciò anche molta affinità cogli epilettici, al pari dei quali spesso trovano le maggiori ebbrezze nell’atto sessuale che si sposa al dolore e all’attrattiva del sangue. Gli isterici nell’atto sessuale hanno talvolta manifestazioni equivalenti all’accesso convulsivo, e sono date da momenti di erotismo che vincono ogni sorta di resistenza della volontà.
[p.222] Ma più specialmente gli immorali nell’esercizio delle funzioni sessuali e dell’amore rivelano la naturale loro tendenza negativa nel fatto che agiscono contrariamente all’utile biologico e civile. Sono pederasti, cinedi anche e amano la Venere sconcia e corruttrice dei buoni costumi. Per l’opera loro la specie si estinguerebbe e la civiltà sarebbe del pari soffocata. Nessun campo naturalmente più efficace all’opera di coloro che tendono alla distruzione di quello [p.223] di esercitarla in danno alla riproduttiva. Maledictus homo qui spargit semen super terram.
La donna immorale, a seconda le sue condizioni sociali, è prostituta della più bassa sfera, adultera, o, se materialmente casta, fa la infelicità del marito con ogni sorta di angherìe. Non sia dimenticato quanto dissi più innanzi, a proposito delle mattoidi, che si gabellano per isteriche; le imbecilli morali sono i tipi delle isteriche, al dire del volgo, e in ciò la dimostrazione evidente del fatto che nell’isterismo non manca la immoralità, come sintomo frequente duraturo o transitorio. Ciò perchè, sembrami averlo detto più innanzi, la degenerazione che ha tendenze distruttive della specie, spunta più facilmente sul terreno della inferiorità di sviluppo. Niente di più grato alle pazze morali che di passare per isteriche, onde ogni genere di simulazione in proposito, convulsioni, svenimenti, pianti, ecc., allo scopo di ottenere quello che desiderano o di giustificare le loro cattive azioni.
Le più sublimi apostrofi di Balzac e di Schopenauer e di tutti i pessimisti in dispregio delle donne, furono certo ispirate dal tipo impossibile della donna immorale isteriforme, ch’è la negazione più assoluta e più cinica della donna, e che si serve della sessualità come di arma velenosa e insidiosa di conquiste, di dominio, di malvagità. Molto meglio è l’assassino il quale prima o poi finisce i suoi giorni nel carcere o sulla forca e libera di sé la società.
Sovente l’immorale è tribade o tenta tutti i mezzi per impedire il concepimento. La prostituzione sotto tale punto di vista è il danno più grave alla vita della specie. Non raramente l’infanticidio è commesso dalla immorale, la quale giustifica la sua insensibilità e il suo cinismo con le necessità di provvedere alla custodia del suo onore ed è la più genuina e convincente espressione della esistenza di quella speciale forma degenerativa che porta alla eliminazione diretta della società e della specie.
Son le immorali quelle fra le prositue che sono le Ninfe Egerie dei peggiori delinquenti e si fanno il cenro delle associazioni di malfattori. La donna delinquente arriva a delle misure di depravazione, di crudeltà e di [p.224] cinismo, cui l’uomo difficilmente arriva, poichè essa, debole e vile del braccio, gioca di astuzie e dirige la mano dell’assassino, mentre essa medesima maneggia più facilmene il veleno e la falsa denuncia. Nell’amore è insaziabile e crudele; spesso sterile; non ama; può anche esser frigida e talora anche arde di delirio passeggiero sensuale e uccide freddamente chi ha passato con lei una notte di orgie. La storia non ha delinquenti di sangue da mettere a paragone a Messalina, a Giovanna, a Carolina di Napoli. Dove fu mai in costoro l’azione biologica dell’amore?
[p. 302] Un altro prodotto nei termini della delinquenza congenita, della divergenza regressiva, fattore antibiologico, che tende al’estinzione della specie, è il pederasta, specialmente il passivo, il quale sulla linea della prevalenza dell’immoralità ha per speciale caratteristica uno sviluppo airinfuori del sesso, cui egli appartiene. Egli non è certo l’uomo atavico, poiché la filogenesi non si è fatta per il tramite di coloro che rappresentano la negazione dell’atto di riproduzione; ma un prodotto composto dell’arresto di sviluppo, onde rimase con la persistente prevalenza dei caratteri giovanili, e della [p.303] regressione divergente. Se in tempi passati vì fu abbondanza di pederasti e costumi antibiologìci in amore, la pederastìa che vediamo oggidì non è perciò una riproduzione o un residuo di antiche consuetudini, ma esprime che in ogni periodo filogenetico e civile furono i relativi fattori antibiologici e anticivili; sicché noi ora abbiamo la nostra delinquenza come altri tempi aveano la loro. Se non che, in ragione della sua minore necessità all’equilibrio della specie, ora è meno frequente e meno efficace, poiché l’epoca attuale ha, fra le sue maggiori vittorie, il progresso in opposizione alla legge Malthusiana. Il cinedo, al pari che sente bisogni sessuali contro natura e inefficaci, è il più sovente infecondo se usa dell’amore naturale; e non ama se non conforme alle strane e delittuose sue tendenze al piacere fisico. Il delinquente stupratore trova nella donna la sua corrispondente nella prostituta degenerata, brutta, volgare, ributtante, che dell’amore fa mercato e non ne sente né le delicatezze spirituali né l’interesse biologico; il cinedo trova la sua corrispondente esatta nella tribade.
La donna delinquente nell’ordine sessuale é rappresentata in parte dalla prostituta. Dico in parte, poiché alla prostituzione legale la delinquente-nata dà scarsissimo contingente, mentre il massimo vien dato, per la parte morbosa, dalle semplici di spirito e dalle eccentriche. Nella donna la delinquenza congenita é più intensamente rappresentata dalla linea saliente dell’immoralità; si ricordi che, come ha detto Tonnini, la donna ha difficilmente caratteri atavici e regressivi anatomici, mentre la degenerazione sua é specialmente funzionale. Vale a dire, seguendo il mio modo di vedere, la delinquenza è più frequentemente data dalla prevalenza forte dell’immoralità sul fondo di leggiere condizioni delle altre morbosità che compongono la delinquenza congenita. La donna delinquente é specialmente l’amica dei ladri, l’ispiratrice degli assassini e la corruttrice dei minorenni. Per lei l’amore è un atto fisico e l’amante un compagrno di guerra, un complice o una vittima. Essa non risponde a nessuna missione della donna, della femmina e della madre. È un fattore antibiologico: è però un prodotto della degenerazione distruttiva.
CAPITOLO V. Le degenerazioni dei mezzi della lotta sessuale 358-428
[p.353] Mostruosità sessuali. — Vi sono dei modi di esprimere i bisogni amorosi o di dar loro soddisfazione, che rappresentano [p.354] altrettante mostruosità dell’amore, che hanno natura antibiologìca ed anticivile; e altri ancora sono modi d’amare che non rispondono alle esigenze pratiche ed abituali della funzione riproduttiva nella società e nel tempo storico attuale, ma presagiscono avanzamenti e divergenze nei modi e negli obbiettivi della funzione medesima.
Tali mostruosità dell’amore trovano press’a poco le loro corrispondenti nella patologia dello spirito, nelle epilessie, negl’isterismi, nelle immoralità, nella delinquenza e nel genio. E la riflessione nel campo sessuale che si fa delle mostruosità dello spirito trova pure una corrispondenza in altrettante riflessioni nel campo spirituale delle mostruosità della funzione amorosa. Studierò insieme le mostruosità dell’amore nella forma complessa che analogamente a quella dello spirito si potrebbe dire delinquenza sessuale. E delinquenza sessuale sarebbe ogni maniera d’esercizio della funzione della sessualità che non risponda agli scopi della riproduzione della specie, senza che tale anomalia d’esercizio sia data dallo stato di giovinezza o di senilità naturale dell’individuo.
Si può vedere in ciascuna delle mostruosità sessuali, che costituiscono la delinquenza, l’azione della insufficienza di sviluppo parziale della funzione, quella della corruzione sociale (riflessione del mezzo ambiente), dell’atavismo, della senilità precoce e quella della tendenza naturale distruttiva, come nella delinquenza ordinaria.
Vediamo le forme della mostruosità sessuale in rapporto a tali singole condizioni degenerative e le anomalie dello spirito da cui ognuna di esse è accompagnata.
Sono delinquenze sessuali da arresto di sviluppo della funzione: l’onanismo protratto, il feticismo amoroso e l’esibizionismo. Coloro che restano onanisti all’età adulta, ho detto pure altrove, sono d’ordinario semplici di spirito, sia che a ciò siano divenuti per correlativo arresto di sviluppo dello spirito medesimo o per effetto secondario alla viziata e ristretta educazione. I feticisti e gli esibizionisti sono sempre degenerati, semplici di spirito il più delle [p.355] volte, spesso anche epilettici, e talora isterici. Lombroso i feticisti li considera arrestati sulla via dello sviluppo dell’idea amorosa.
Delinquenze sessuali da corruzione sociale (riflessione del mezzo ambiente) sono quelle originate dalla corruzione dei costumi pubblici, o da particolare depravamento morale individuale: fellationes, irrumationes, pederastiae, incesti, amori sui fanciulli, bestialità. Coloro che amano in tal modo sono pure spesso corrotti nell’animo. Tale pervertimento, oltre che da cattivo esempio, è causato non di raro da difetti di sviluppo morale, per il quale viene meno il carattere e ogni sorta di sentimento civile ed umano. Tali amori sono frequenti nelle carceri, nei bassi fondi delle città popolose, nei lupanari, e talora suggeriti pure dai lunghi ozi della solitudine; sono il più delle volte nelle persone degenerate da eccessi di alcool e di deboscio, o demoralizzate dall’uso immoderato di altre sostanze inebbrianti (oppio, canape indiano, etere, ecc.).
Delinquenze sessuali ataviche potrebbero forse essere gli atti sessuali ordinari stimolati da una finzione di lotta e talora pure stimolati anche ed accompagnati dal dolore e dal sangue di sé o della compagna. Sarebbero tali cioè alcuni di quegli amori che Krafft-Ebing dice masochismi e sadismi e quelli provocati od accompagnati da flagellazioni, da trafitture, da morsi, ecc. Tali amori, oltre che nei degenerati ereditari e spesso negli epilettici, sono non di rado anche nei vecchi, nei quali lo stimolo sessuale si risuscita per il gioco delle affinità fisiologiche fra il dolore e il piacere e per l’azione antitetica dei sentimenti di disgusto e di ripugnanza.
Ai senili son più proprie, del resto, le delinquenze sessuali date dalla pederastia, dallo stupro sui fanciulli, dall’incesto e pure dall’esibizionismo: modi d’esercizio sessuale che sono pur comuni alla classe dei degenerati per arresto di sviluppo, in relazione al fatto noto che i vecchi nelle loro regressioni mostrano tanta analogìa coi fanciulli.
Le delinquenze sessuali che sono espressioni di quella che io trovo essere una tendenza congenita in taluni individui della specie [p.356] alla distruzione della specie medesima, degenerazione distruttiva, sono tutte quelle anomalie della sessualità che son date dall’inversione dell’istinto sessuale, che danno luogo agli urningi ed alle tribadi istintivi e da quelle perversioni dell’istinto sessuale medesimo per le quali lo stimolo è pervertito cosi da dar luogo a quegli amori mostruosi o crudeli, quali sono gli stupri sui cadaveri o sulle statue e gli sfoghi libidinosi accompagnati da sevizie, uccisione, squarciamento della vittima, e di cui nella letteratura si ebbero i celebri esempi del Verzeni, del Jack lo Sventratore, e anticamente non pochi degl’imperatori romani. Tali oscenità o crudeltà agiscono nell’individuo come veri equivalenti del coito.
Coloro che commettono simili delitti sessuali, il cui evidente risultato è non pure la mostruosità dell’atto sessuale medesimo, ma la mancata continuazione della specie, sono i campioni della umana degenerazione, sia pure che non di rado mostrino una capacità intellettuale ordinaria o superiore. Sono i degenerati del sentimento e dell’istinto; e tale degenerazione morale d’ordinario si accompagna anche da analoga alterazione fisica, onde gli urningi hanno aspetto fisico femminile, le tribadi hanno caratteri mascolini, ed i necrofili ed i sanguinari mostrano le più alte manifestazioni degenerative del delinquente-nato.
Vi ha una genialità dell’amore? Questa non potrebbe che essere data da coloro i quali della funzione sessuale usassero allo scopo puro e semplice della continuazione della famiglia, e dal piacere erotico cavassero le note dell’affetto e del sentimento elevato dell’umanità, onde la donna salisse all’altezza della dignità umana e diventasse l’ispiratrice dei sentimenti di pietà, di altruismo e di civiltà. Gli amori dei poeti, quando non trascurassero gl’interessi della vita della specie, potrebbero essere quelli della società nel suo avvenire di miglior civiltà. Se i presagi di ciò noi li vogliamo vedere nella letteratura attuale, potrebbe anche darsi che Tolstoi fosse il profeta dell’avvenire (La Sonata a Kreutzer). Non vi ha dubbio però che alla donna debba spettare una funzione che sia più dignitosa di quella di essere in troppa parte, com’è oggidì, [p.357] uno strumento di piacere sessuale; e che la famiglia non venga continuata semplicemente per un’accidentale e spesso deplorata conseguenza d’un momento di libidine sessuale, ma sia lo scopo della continuazione di essa il solo stimolo all’atto della fecondazione. Tale e non altrimenti potrebbe essere la genialità dell’amore sessuale.
[p.409; La voce] 2o. Quelli che soffrono di inversione sessuale, che cioè non hanno avuto il normale differenziamento sessuale, i cinedi e le tribadi, hanno di solito voce alterata. Hanno i primi voce femminile e mancano di barba. I criminali stupratori hanno voce con timbro piuttosto alto, e sono questi, insieme ai cinedi, che hanno meno copiosa la barba. Mi sembra che le tribadi abbiano voce bassa e rauca; ciò ho avuto occasione di osservarlo in alcune nelle quali mi sono incontrato, che erano infermiere di un Manicomio, e che il vizio loro lo derivavano da una tribade degenerata e che pure avea voce aspra e bassa. La tribade descritta da Cantarano aveva non pochi caratteri mascolini nella faccia, ma non si sa nulla della sua voce. Negli evirati la voce è femminile (voci bianche). Sarebbe interessante sapere se si altera la voce nelle donne operate di asportazione ovarica. Ho da parte mia conosciuto due signore con cisti ovarica che avevano voce grossa e rauca. Manco di esperienza più larga.