Cesare Taruffi, 1901. “L’ermafroditismo esterno, che comprende l’argomento dell’infemminismo e dell’invirilismo”. Marzo 1901. Rendiconto delle sessioni della R. Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna. Nuova serie: vol V (1900-1901), fascicolo 2o (Gennaio-Febbraio 1901). Bologna: Tipografia Gamberini e Parmeggiani, 1901 pp. 95-96.
Il testo, purtroppo in gran parte illeggibile, qui: https://archive.org/details/rendicontodelle01fisigoog
[p.95] ILLEGGIBILE
[p.96] nervosi, tutt’ora sconosciuti; disturbi che formano un gruppo a parte dell’invirilismo, che l’Autore dice psico-patico. La mancanza di precisione nel classificare i fatti, l’A. l’attribuisce alla difficoltà perenne di stabilire la natura dei fatti stessi, sicché furono annoverate senza distinzione le modificazioni puramente formali, con le incipienti ipertrofie d’una parte, come l’elefantiasi e l’acromegalia (nota1: Taruffi. Storia della Teratologia. Acromegalia. Tomo V, p.399); sicché fu confuso una specie di pseudo-invirilismo, con l’invirilismo vero. L’Autore però riconosce che in molti casi può essere conservato l’antico nome di virago, come fece un secolo fa Wrisberg e recentemente Brandt di Churkow (Vichow’ s Archiv Bd. 146, pag. 532), mentre tutti gli altri trattatisti hanno abbandonato i vocaboli, e 1’argomento medesimo, forse perchè non appartengono né all’ anatomia, né alla fisiologia normale, e tanto meno alla patologia; ma soltanto alle varietà della biologia umana.
Ma anche queste varietà non si presentano sempre nella stessa sede ed in modo uniforme, come ha rilevato sapientemente rispetto alle virago lo stesso Wrisberg, il quale ha saputo distinguere i cambiamenti congeniti di forma che si manifestano all’esterno dell’organismo, dalle modificazioni delle funzioni collegate coi centri psichici e nervosi.
In quanto alle modificazioni esterne del virilismo, l’Autore piglia in considerazione i caratteri principali, i quali non sono costanti, ma assai frequenti e caratteristici, e si associano in diversa guisa cogli altri secondari. Il primo di tutti è la macrosomia atletica generale (gigantismo femminino), la quale l’Autore distingue dalla gracile e da quella che si manifesta nell’acromegalia; poscia passa ai casi d’invirilismo caratterizzato dall’ipertricosi nel volto, la quale egli distingue in antimenstruale e post-menstruale, con o senza macrosomia; esclude la spina bifida occulta, e le macchie dermo [p. 97] circoscrftte, quanto multiple nella super[?]. Ricorda pure anche il gigantismo del naso e del mento (cranio-progenio), l’efantiasi della clitoride, la quale può [?]ta, oppure può subire una forma mor[?]ndo dalle aderenze colla vulva e pas[?]mi ed ai cancri.
L’invirilismo psico-patico, l’Autore opina [?] ancora sintomatico, perchè non si può [?] l’anatomia e neppure alla fisiologia, le [?] tacciono sui due problemi di grande ale [?] è la ragione della differenza nella [?] tra i due sessi, e quale la ragione del [?] fra il cervello e gli organi gene[?] a mediante le notizie cliniche, l’Autore [?] radi del gruppo suddetto. Difatti meri[?] separate dalla mediocrità quelle donne [?] gegno hanno emulato gli uomini nella arte di governare; meritano pure d’ es[?] uelle donne che sostennero i loro prin[?] politici col valore cavalleresco e col [?] vita ; e reca a questo proposito un cen[?] ella Pulcella d’ Orleans ed aggiunge an[?] della spagnuola Nona Alverez che uni[?] personale ed avventuroso, lo spirito gi[?] cantile della zingara. Un grado assai [?] ediocrità e degno di grande ammira[?] o frequente dei precedenti, si è quando [?] evano per alcune qualità intellettuali [?] di ravvicinarsi agli uomini i più distinti [?] disciplina; finalmente si giunge ad un [?] fatti assai singolari, cioè quando le [?] di fenomeni puramente clinici negli [?] della generazione da turbare od inver[?] sessuali, che possono comprendersi nelle [?] amenti nelle funzioni sessuali furono [?] ierazione dagli alienisti ed introdussero tuttora in uso come l’amore lesbico, la ninfomania (furore uterino) e poscia [p.96] posero ogni cura nel migliorare la descrizione di questi pretesi generi, ma non riescirono a stabilire caratteri differenziali di qualche importanza, e la scienza a questo riguardo non ha fatto alcun progresso. Caratteri più spiccati si riscontrano quando le donne offrono il pseudo-ermafroditismo psico-sessuale, poiché allora si verifica l’inversione nell’uso dei sessi, che gli alienisti giungono facilmente a caratterizzare.
L’Autore scorre rapidamente sulla storia di questo argomento, partendo dal 1869 quando Westwal seppe definire che l’inversione sessuale nella donna come nell’uomo si verifica coll’inclinazione erotica congenita verso il medesimo sesso, e le donne inferme o gli uomini, sono consci del loro stato morboso.
Poscia Moli nel 1891 ampliò l’argomento con molta erudizione e Kraft-Ebing studiò lo stesso tema rispetto alla diagnosi ed alla terapia; e finalmente in questi ultimi 10 anni la letteratura medica è stata innondata da scritti su questo argomento; i quali però ci hanno insegnato che nelle psicopatie sessuali vanno aggiunti i casi d’indifferenza, tanto per il sesso opposto quanto per l’uniforme e per contrario ci hanno insegnato la frequenza dei casi dell’istinto erotico per ambidue i sessi; sicché possiamo esimerci dal soffermarci su questi fenomeni clinicamente abbastanza cogniti.
In compenso di tale brevità, l’Autore chiude la sua dissertazione con un cenno storico sul tribadismo, il quale dimostra come venisse notato fino dalla più remota antichità, attribuendo al medesimo i più variati vizii sessuali, sia volontari, sia congeniti, e rinunziando d’ esporre alcuna idea concreta sulle differenze dei fenomeni e sulla loro natura, salvo l’appoggiare spesso l’uso con ambidue i sessi, sicché è giustificato l’abbandono di questo vocabolo d’ uso equivoco.