Anna Rüling [pseud. di Theo Anna Sprüngli], 1904. “Welches Interesse hat die Frauenbewegung an der Lösung des homosexuellen Problems?” [“Che interesse ha il movimento delle donne a risolvere il problema omosessuale?”]. Discorso pronunciato l’8 ottobre 1904 al Prinz Albrecht Hotel a Berlino durante il convegno annuale del “Wissenschaftlich-humanitäre Komitee” [Comitato Scientifico Umanitario] (fondato nel 1897 da Magnus Hirschfeld) e pubblicato in Jahrbuch für sexuelle Zwischenstufen unter besonderer Berücksichtigung der Homosexualität [Almanacco degli stadi intermedi sessuali con particolare attenzione per l’omosessualità], vol. 7 (1905), pp. 131-51.
In italiano era stato pubblicato nel 2004 da Fuorispazio.net (sito non più essitente) insieme ad altre informazioni riportate in fondo alla pagina e tratte dallo https://www.angelfire.com/fl3/uraniamanuscripts/anna.html (Urania Manuscripts: Gay e Lesbian History in Translation), sito di Michael Lombardi-Nash, studioso di Ulrichs, che aveva tradotto il discorso di Rueling in inglese dall’originale tedesco.
Traduzione dall’inglese in italiano di Isa Fiorentini.
Signore e Signori,
il movimento delle donne è una necessità storica e culturale.
L’omosessualità è una necessità storica e culturale, l’omosessualità è un ovvio e naturale ponte tra uomo e donna. Oggi questo è un fatto scientifico indiscutibile che le persone ignoranti ed intolleranti non possono contestare. Molta gente ha chiesto come sia arrivata a questa conclusione e abbia potuto pronunciare verità su concezioni storiche e culturali e concezioni naturali e storiche in un colpo solo, due cose che esteriormente sembrano contrapposte.
Il senso per cercare la ragione di questo punto di vista allargato sta nel fatto che la gente in generale, quando l’argomento riguarda gli omosessuali, pensa solo ai bisogni dei maschi e sorvola su quante omosessuali donne ci siano. Sono, naturalmente, meno in discussione perché esse – stavo per dire “sfortunatamente” – non hanno cause ingiuste contro le quali battersi, come i paragrafi del codice penale che fanno risaltare il possesso di sbagliate opinioni sulla moralità.
Nessuna giustizia crudele minaccia le donne né la prigione se esse seguono i loro istinti naturali. Ma la pressione psicologica che soffrono le uraniste è la stessa, addirittura maggiore dell’oppressione che i loro compagni di patimenti maschi devono sopportare.
Al mondo che giudica dalle apparenze esteriori essi sono persino più evidenti delle uraniste. Troppo spesso le donne sono soffocate dai fraintendimenti moraleggianti della gente.
In tutta la nostra vita sociale, tuttavia, le uraniste sono importanti almeno quanto i loro equivalenti maschili perché esse influenzano le nostre vite in molti modi, anche se non se ne discute. Se la gente osservasse arriverebbe presto alla conclusione che l’omosessualità ed il movimento delle donne non sono opposti l’una all’altro, ma piuttosto si aiutano reciprocamente ad ottenere i diritti ed i riconoscimenti, e ad eliminare l’ingiustizia che le condanna su questa terra.
Il movimento omosessuale lotta per i diritti di tutti gli omosessuali, per gli uomini come per le donne. Il comitato umanitario scientifico si è distinto interessandosi alla lotta delle donne, che è più di quello che ogni altro movimento che avrebbe dovuto battersi con le donne ha fatto, e ha anche partecipato alla causa degli uranisti con tale vivace dedizione.
Il movimento delle donne fa del suo meglio per avere i propri lungamente disprezzati diritti riconosciuti. Lotta, esattamente, per la maggior indipendenza possibile e per una giusta ed equa posizione delle donne con gli uomini sposati o non.
Queste ultime battaglie sono particolarmente importanti anzitutto per la condizione del nostro attuale stato economico, e secondariamente perché un gran numero di donne resterà celibe a causa di un cosiddetto surplus statistico di donne nella popolazione della nostra patria.
Queste donne sono costrette, quando non c’è a loro disposizione lontano da casa un mezzo di sufficiente profitto – è questo il caso solamente del 10% circa – a cominciare la loro lotta per la vita e a guadagnarsi il pane con ogni mezzo possibile. Il ruolo delle donne omosessuali e la partecipazione al movimento delle donne in tutti i suoi problemi è della più grande e decisiva importanza e merita la più centrata ed estesa analisi.
Si deve diversificare la personalità delle donna omosessuale ed il suo istinto sessuale. La più importante è, ovviamente, la sua personalità in generale.
Al secondo posto è l’attitudine della sua forza sessuale, la quale, senza l’esatta conoscenza della sua tendenza, non può essere valutata imparzialmente per l’incapacità di fare compiute e corrette considerazioni perché l’istinto sessuale fisico è quasi sempre un flusso che segue caratteristiche fisiche naturali; per esempio, nelle persone con una caratteristica dominante mascolina esso è diretto verso donne e viceversa, senza tener conto della struttura corporea esterna.
Le omosessuali hanno molte caratteristiche, attitudini, e facoltà che solitamente consideriamo valide per gli uomini. Hanno meno interesse per la vita emotiva di quanto ne abbia la media delle donne. Mentre per le donne espressamente eterosessuali, l’emozione è quasi sempre – anche qui le eccezioni confermano la regola – determinante e decisiva, laddove un’acuta lucidità e razionalità predomina nell’uranista.
Ella è, di solito, come un normale uomo, più obbiettiva, più energica e con scopi precisi rispetto alle donne femminili; pensa e sente come un uomo; non imita gli uomini; è condizionata quanto loro; questo è il punto assolutamente fondamentale che coloro che odiano e calunniano le cosiddette “donne-uomo” ignorano sempre, perché non si prendono nemmeno la briga di effettuare semplici studi sugli omosessuali.
E’ facile giudicare ciò che non si capisce, e sarebbe così semplice, anche se sembra difficile il solo correggere opinioni errate e preconcette, educarli con il ragionamento.
Vorrei far notare che esistono un’omosessualità psichica assoluta ed una parziale, e che, conseguentemente, le caratteristiche mascoline non risultano necessariamente ed incondizionatamente nella pulsione sessuale se diretta verso il proprio sesso; poiché ciascuna uranista possiede numerose caratteristiche femminili fino ad un certo grado, che possono essere espresse in uno degli innumerevoli stadi intermedi a metà strada tra i sessi, persino l’essere attratte sessualmente da un uomo.
Naturalmente la pulsione in questi casi è nella maggior parte diretta verso un uomo molto effeminato, come naturale compensazione della donna che ha un forte spirito mascolino.
Ricordo, come esempio, George Sand e Daniel Stern, che amavano uomini, ma quelli del tipo femmineo, Friedrich Chopin e Franz Liszt. Klara Schumann, la grande artista, era essa pure sposata ad un uomo che aveva forti caratteristiche femminili – Robert Schumann.
Sembra, inoltre, che nelle donne che ho classificato come omosessuali mentali, la pulsione sessuale non sia mai sviluppata con particolare forza; anche George Sand e Daniel Stern amavano i loro artisti molto più con la loro anima che con i loro sensi; tuttavia, sono incline a parlare di donne mentalmente androgine, qualcosa come creature “senza sesso”.
Dato che donne con una natura mascolina e con peculiarità mascoline non soddisferanno mai pienamente un uomo totalmente virile, senza ausili supplementari, è chiaro che un’uranista non è adatta per il matrimonio. Anche le uraniste sanno che è vero o sentono che è vero. Istintivamente e naturalmente rifiutano di loro volontà di fare il passo contro la giusta pace.
Ma quanto spesso devono combattere con genitori, cugini, zie, ed altri cari amici e parenti che, un giorno sì e uno no, cercano di convincerle della necessità del matrimonio e rendono loro la vita infelice con i loro saggi consigli. Spesso, da ragazzine, esse cadono ciecamente nel matrimonio, e questo grazie alla nostra ristretta educazione, senza avere avuto una visione e una comprensione chiara della sessualità e della vita sessuale.
Ciò finché resisterà l’opinione della cosiddetta società che le zitelle tardone, cioè le donne non sposate, sperimentano amarezza, e davvero, che questa è una condizione mortificante, così capita troppo spesso che le uraniste si lascino condurre al matrimonio da pressioni esterne, dove non troveranno felicità e saranno incapaci di creare felicità.
Tali matrimoni sono molto più immorali dell’amore che lega due persone quando una potente spinta naturale le attrae reciprocamente con forza. Il movimento delle donne vuole rinnovare il matrimonio. Desidera cambiare molti privilegi così che le sconfortanti condizioni dell’attuale chiusura, malcontento ed ingiustizia, arbitrarietà e oppressione schiavista spariscano dalle case delle famiglie, perché una più salutare e forte razza fiorisca.
Mentre si batte per queste riforme il movimento delle donne non dovrebbe dimenticare la parte di colpa che ha nel giudizio falso e ostile dato alle omosessuali. Dico chiaramente, “quanta colpa”.
E’ ovvio che sono lontana dal voler caricare il movimento delle donne con la totale responsabilità di questo giudizio sbagliato. Ma per questa fetta di colpa sarebbe dovere semplice ed inevitabile del movimento delle donne spiegare a più persone possibili con discorsi e con scritti quanto sposarsi sia davvero distruttivo per le omosessuali.
Prima di tutto, naturalmente, per il bene di entrambi i partner. L’uomo è chiaramente ingannato, perché indipendentemente dal suo significato ideale, il matrimonio è un contratto di due parti nel quale entrambi i partner sottoscrivono doveri ed assumono diritti. Una donna omosessuale, tuttavia, può soddisfare i suoi doveri verso l’uomo solo con riluttanza, nel migliore dei casi con indifferenza.
Un’unione sessuale forzata è, senza dubbio, una meschinità, e nessun uomo eterosessuale potrebbe trovare alcun motivo per cui battersi o trovare felicità con una donna uranista che ha voluto sposare. Succede molto spesso che un uomo simile si sottrarrà ai rapporti sessuali con amichevole simpatia e cercherà soddisfazione ai propri istinti sessuali tra le braccia di un’amante o con una prostituta. La vera moralità ed il benessere delle persone riguardano il movimento delle donne, che deve fare tutto ciò che è in suo potere per evitare matrimoni omosessuali.
Ed il movimento delle donne può fare molto spiegando a tutte le associazioni che il matrimonio di uraniste crea un’ingiustizia a tre livelli: allo stato, alla società, ed alla razza dei futuri bambini. Perché l’esperienza insegna che la prole di persone uraniste è solo raramente sana.
Le creature sventurate e poco amate sono accolte come indesiderate e costituiscono un’alta percentuale nel numero dei deficienti, idioti, epilettici, malati al torace e dei reprobi di ogni sorta. Persino pulsioni sessuali aberranti come il sadismo e il masochismo sono spesso ereditate da uranisti che hanno figli contro la loro natura.
Lo stato e la società dovrebbero mostrare un pressante interesse per impedire agli uranisti di sposarsi, perché poi essi dovrebbero reggere una parte non piccola per la cura di questi esseri malati e deboli, dai quali possono difficilmente aspettarsi un vantaggio. Un punto sostanzialmente più pratico per le donne eterosessuali, secondo me, è che se le uraniste possono restare non sposate senza rovinare la loro reputazione sociale, le eterosessuali scopriranno che è più facile, come è nella loro natura, trovare la grande gratificazione che cercano nelle associazioni di mogli, casalinghe e madri.
Manca ancora, sfortunatamente, un preciso sondaggio statistico del numero delle donne omosessuali, ma, prendendo in considerazione la mia vasta esperienza e attraverso gli studi in questo campo, il risultato ottenuto dal sondaggio statistico del Dottor Hirschfeld sulla diffusione dell’omosessualità maschile può essere applicato anche alle donne.
Secondo questo sondaggio, ci sono tante uraniste quante donne non sposate. Questo non deve essere frainteso. Per esempio, voglio dire che ci potrebbero essere due milioni di donne non sposate così come due milioni di donne omosessuali.
Tra i due milioni di donne non sposate c’è una grande percentuale di uraniste, diciamo il 50%, cioè un milione; tra le omosessuali tuttavia ci sono ancora, approssimativamente il 50% che, per circostanze esterne, sono sposate, quindi si può calcolare che il 50% delle donne eterosessuali non sposate ha perso l’opportunità di sposarsi. Le conseguenze sono facili da dedurre secondo questi dati. Quando le uraniste sono libere dal matrimonio, la possibilità di sposarsi per le eterosessuali cresce enormemente.
Ma non sto dicendo che qui voglio presentare un sistema atto a ogni condizione per evitare il celibato inoltrato, perché l’alimentare l’animosità degli uomini verso il matrimonio, ha le sue radici in maggior misura nelle relazioni sociali. Ma questa non è la sede per parlarne. Se, tuttavia, il movimento delle donne prendesse con forza le parti delle omosessuali nel problema del matrimonio, allora si farebbe un passo avanti verso il raggiungimento di traguardi nobili e migliori, l’idea originale del matrimonio, e l’amore che lega uomini e donne otterrebbe allora il suo giusto posto. È un prerequisito morale per demolire giornalmente il pubblico disprezzo, che causa parecchi matrimoni di circostanza, affinché le persone possano sposarsi solo perché si amano reciprocamente.
Ho notato che molte omosessuali si sposano perché diventano coscienti della loro natura troppo tardi e così diventano tristi nella loro incolpevolezza e rendono loro stesse infelici. Anche qui il movimento delle donne potrebbe prendere posizione parlando del problema della propria educazione da giovani – cosa che spesso fanno – anche dimostrando quanto importante sia per quei genitori che notano una piega omosessuale nei loro figli adolescenti e giovani, per fare una lunga, affettuosa, e precisa analisi – e osservatori corretti e comprensivi la possono riconoscere in molti modi – per spiegare in un modo comprensibile l’essenza dell’omosessualità e le proprie naturali inclinazioni.
Fare questo eviterebbe un sacco di precoci disastri, invece, come spesso succede, di provare con tutti i mezzi a forzare figli omosessuali a prendere la via eterosessuale. Non si dovrebbe temere che un figlio eterosessuale effeminato possa venire considerato omosessuale e così farlo diventare davvero omosessuale, perché, anzitutto, tale diagnosi dovrebbe venire da un medico esperto, e secondariamente, come l’esperienza insegna, né l’educazione, né niente di simile possono cambiare la pulsione eterosessuale in una omosessuale e viceversa.
Naturalmente, una persona eterosessuale può essere irretita dal comportamento omosessuale, ma questo capita per curiosità, ricerca del piacere o come ripiego nell’assenza di rapporti normali – quest’ultima eventualità accade, per esempio, nella marina, sulle navi – ma la pulsione innata non cambia per questo, perché in circostanze normali questi fatti non succederebbero.
A questo punto vorrei ripetere quello che il dottor Hirschfeld ha spesso spiegato, cioè che l’omosessualità non appartiene ad un gruppo sociale specifico, esiste nei ceti più ricchi non meno che in quelli più poveri o viceversa. Nessun padre e nessuna madre, nessuno di loro, signore e signori, che abbia figli, può sapere senza dubbio se c’è un figlio uranista nella propria prole.
Nell’ambito dei circoli della middle-class si presume, in modo piuttosto bizzarro, che tra di essi l’omosessualità non prenda piede e da questi circoli i nemici più molesti si impegnano a vicenda per opporsi al movimento per liberare gli appartenenti all’uranismo. Mi piacerebbe farvi l’esempio di mio padre, quando per caso si trovò a parlare di omosessualità, spiegando con convinzione che “niente di quel genere può capitare nella mia famiglia”. I fatti provano l’opposto. Non ho bisogno di aggiungere nulla a questa affermazione.
Per tornare alla questione del matrimonio, vorrei far notare che una donna omosessuale non diventa mai ciò a cui ci si riferisce con l’espressione “vecchia zitella”. La condizione merita approfondimenti perché rende facilmente le uraniste riconoscibili specialmente in età matura.
Date un’occhiata alle omosessuali non sposate tra i 30 ed i 50 anni. Non noterete nessuna delle caratteristiche, causa di facezie, che hanno la media delle donne eterosessuali non sposate. Questa osservazione è utile. Prova che una ragionevole e regolata gratificazione della pulsione sessuale mantiene una donna felice, giovane ed attiva, mentre l’assoluta astinenza sviluppa facilmente quelle caratteristiche che troviamo sgradevoli nelle vecchie zitelle, per esempio scontrosità, isteria, etc.
Con lo scopo di creare l’opportunità per le omosessuali e per tutte le donne in genere di essere in grado di vivere secondo la propria natura, è necessario aderire attivamente alle battaglie del movimento che desidera aprire ampie possibilità per l’istruzione e per nuove professioni.
Ora toccherò un punto dolente nella considerazione dei sessi. Credo che tutte le persone, in tutta buona volontà, sarebbero d’accordo, se cercassimo ancora quale obbiettivo avesse la natura, che non fallisce mai, quando creò l’uomo, la donna e gli stadi intermedi tra i due. E dovrebbero concordare che è sbagliato considerare un sesso migliore dell’altro, come è successo, e parlare di una prima classe – l’uomo – di una seconda classe – la donna – e di una terza classe – gli uranisti.
I sessi non vanno valutati in modo diverso, perché sono diversi. Il fatto che dimostra chiaramente e naturalmente che uomini, donne, e uraniste non sono qualificati per tutte le occupazioni non può essere corretto dal movimento delle donne – che non desidera nemmeno farlo.
Una donna femminile è già organicamente per natura destinata prima di tutto a diventare moglie e madre. E ha il diritto di essere orgogliosa della sua collocazione naturale, perché un impegno più intensamente stimato della condizione di madre non esiste.
La donna, moglie e madre, o quella che sia una sola cosa delle due, non dovrebbe dimenticarsi del resto del mondo – dovrebbe prendere parte al massimo a tutti i fatti della vita sociale – perché che ella sia una persona di talento è lo scopo del movimento delle donne ed è, in verità, uno dei suoi più nobili intenti.
All’eterosessuale, voglio dire all’uomo totalmente mascolino, sono state assegnate altre mansioni dalla natura e sono visibili in altro modo rispetto ad una donna. Egli è – non può essere negato – destinato per la maggior parte ad affrontare una battaglia più aspra di una donna, e così, certe occupazioni che restano spalancate per lui ovviamente rimangono chiuse alle donne, per esempio la carriera militare, tutti gli incarichi che richiedono attività pesanti, etc. Ovviamente esiste anche uno spazio riservato sul quale poggiano alcune occupazioni, quelle che sia gli uomini sia le donne sono in grado di esercitare in egual modo secondo l’abilità di ciascuna persona.
La logica dei nemici del movimento delle donne capitola quando colloca tutte le donne sotto la stessa etichetta “donne” senza considerare che la natura non crea mai due persone uguali, che il parere se un lavoro sia adatto ad un uomo o ad una donna è solo un problema di carattere mascolino o femminile innato.
La logica dei nemici del movimento delle donne capitola quando qualifica tutte le donne con l’etichetta di “donne” senza considerare che la natura non crea mai due esseri uguali, che l’idea che un mestiere possa essere per un uomo o per una donna è solo una questione di carattere maschile e femminile innato.
Perciò possiamo distinguere tra una personalità femminile nella quale le caratteristiche femminili dominano, una mascolina dominata da caratteristiche mascoline, ed infine una mascolina-femminile o femminile-mascolina nella quale esiste una pari miscela di entrambe.
Anche se la natura ha creato diverse sessualità non significa che ci sia solo una sfera di attività per le donne – la casa – ed un’altra per l’uomo – il mondo – piuttosto il fine della natura era ed è senza dubbio che ciascun individuo abbia l’opportunità di raggiungere lo scopo che è in grado di conseguire con i propri mezzi e con le proprie doti.
L’interrelazione di caratteristiche maschili e femminili nelle persone è così illimitata che il buon senso ci dice che ciascun figlio – maschio o femmina è lo stesso – deve raggiungere l’indipendenza.
L’adulto dovrà decidere da solo se le sue pulsioni naturali lo portano ad una vita casalinga, di società, da coniugato, o da single. Ci deve essere libertà per il gioco delle forze, allora una persona potrà dare il meglio e scegliere se diventare una delle donne che possono e vogliono intraprendere una carriera universitaria o artistica fuori casa, o una di quelle donne che non si sentono abbastanza forti per fare questo.
Ed è ancora la responsabilità dei genitori, che dovrebbero sentire questo come il più sacro dei loro doveri, a dover essere dalla parte della personalità di ciascun figlio ed evitare una struttura formativa falsa che vada bene per ogni condizione.
L’istruzione è un’altra cosa che, naturalmente, non può esistere senza certi metodi, ma si deve essere d’accordo, trattandosi di ragazze e ragazzi, nello sbarazzarsi della vecchia stupidaggine secondo la quale i cervelli delle ragazze hanno capacità minori di quelli dei ragazzi.
Non si deve temere che l’agonismo in tutti gli esercizi possa sfuggire di mano a causa delle potenzialità di una comune istruzione – specialmente, come la parte nemica crede, nelle facoltà universitarie. È proprio per queste occupazioni scientifiche che le donne omosessuali sono maggiormente portate, perché hanno capacità di superiore oggettività, energia, e resistenza, qualità che mancano spesso alle donne molto femminili.
Questi fatti non escludono le reali capacità di donne omosessuali medico, avvocato, etc., ma, malgrado ciò, sento che, con i propri valori in testa, la donna eterosessuale troverà sempre la felicità nel modo più opportuno o troverà più significativo sposarsi e fare di se stessa la partner di un uomo che prova per lei gli stessi sentimenti, che non solo ama la sua sessualità, ma la stima anche uguale mentalmente e riconosce che i propri diritti sono validi quanto quelli della donna.
Gli uomini, le donne e gli omosessuali, in conseguenza di ciò, avrebbero uguali opportunità in un’educazione mirata, ed una più ampia scelta di possibilità nell’istruzione dovrebbe essere aperta ai giovani, maschi e femmine.
Gli uomini diventerebbero i sostentatori di partner ragionevoli e comprensive, le donne raggiungerebbero lentamente una preziosa, giusta e rispettabile posizione, e gli uranisti sarebbero liberi di dedicarsi alle occupazioni di loro scelta.
Così come un uomo spesse volte preferisce intraprendere un mestiere tipico di una donna – per esempio, stilista, infermiere, cuoco, cameriere – ci sono anche mestieri per i quali le uraniste provano speciale attrazione. Infatti, un gran numero di omosessuali si mettono in risalto nei campi di medicina, legge, affari e persino nelle arti creative. Ci sono uomini che, come Weininger, credono che le donne importanti e famose che hanno prodotto tutta la grande letteratura storica e scientifica o altrimenti conosciuta erano in realtà omosessuali.
Nelle mie precedenti affermazioni, non ho sottolineato particolarmente che questo modo di vedere estremamente unilaterale non è provato, perché non solo la storia, ma anche i nostri stessi occhi quotidianamente ci mostrano la debolezza di questa teoria. D’altra parte non nego che molte donne importanti siano state omosessuali come, tanto per fare qualche nome, Saffo, Cristina di Svezia, Sonja Kowalewska, Rosa Bonheur.
Tuttavia, sembrerebbe strano se si volesse classificare Elisabetta di Inghilterra e Caterina la Grande di Russia come persone uraniste; la seconda era forse bisessuale – le sue numerose “amicizie” maschili e femminili sembrano sottintenderlo – ma, tuttavia, non era un’aperta omosessuale.
In contrasto con gli anti-femministi che reclamano che il sesso femminile è inferiore e che danno credito solo a quelle donne che mostrano forti caratteristiche mascoline, io accetto entrambe come uguali, ma sono convinta che un’omosessuale è particolarmente indicata a giocare un ruolo da leader nel vastissimo movimento per i diritti delle donne che è diffuso in tutto il mondo. Ed infatti dall’origine del movimento delle donne fino ai nostri giorni è stato più frequente che donne non androgine abbiano preso il comando in numerose battaglie, e che solo grazie alla loro forza la donna media, indifferente alla propria natura e facilmente prigioniera di se stessa, sia stata portata alla consapevolezza del proprio valore come persona e dei propri inalienabili diritti.
Non posso e non voglio nominare nessuna perché finché l’omosessualità resterà qualcosa di criminale e sarà considerata contro natura, come in molte associazioni, come qualcosa di malato, alcune donne potrebbero sentirsi offese da chi io indicherei come omosessuale.
Dobbiamo sempre essere corretti e rispettosi e mai importuni, ed i nobili sentimenti dell’amore uranista di una combattente per i diritti delle donne, così come i sentimenti eterosessuali, non appartengono ad un’assemblea pubblica. Chi avesse anche solo superficialmente seguito lo sviluppo del movimento delle donne, chi fosse venuto in contatto con poche o tante donne leader, chi avesse una parvenza di comprensione per gli omosessuali, estrapolerebbe subito queste donne combattenti e riconoscerebbe che la parte peggiore non è tra di loro.
Se soppesassimo tutti i contributi che le donne omosessuali hanno dato al movimento delle donne, ci stupiremmo che le sue grandi ed influenti organizzazioni non abbiano alzato un dito per ottenere giustizia nello stato e nella società per il non così piccolo numero delle proprie aderenti uraniste, e che non abbiano fatto assolutamente nulla fino ad oggi per difendere così tante delle proprie più famose e più valorose avanguardie in questa campagna contro il ridicolo e lo sberleffo quando si trovano a spiegare al grande pubblico la vera essenza dell’uranismo.
Non si dovrebbe mai trovare così difficile puntualizzare come le caratteristiche della tendenza omosessuale si esprimano inconsapevolmente e senza la più piccola intenzione personale e programmata nell’aspetto, nel modo di parlare, nel comportamento, nei gesti, nel modo di vestire, etc.
E le uraniste interessate sono ingiustamente abbandonate alla derisione di persone ignoranti. Inoltre, si noti che molte donne omosessuali non sempre hanno un aspetto mascolino, che sarebbe in accordo con la loro natura. Ci sono anche molte uraniste che appaiono completamente femminili, che trasformano tutti i propri atteggiamenti per nascondere la propria omosessualità, una farsa che le fa stare male e per la quale soffrono.
Sono alquanto familiare con la ragione per cui esiste questa doppiamente anomala insicurezza, perché il movimento delle donne ha manipolato persino argomenti di sesso ordinario con una strana franchezza e realismo. E’ la paura che il movimento possa soffrire per l’introduzione della questione omosessuale diventando attivo evidenziando i diritti delle omosessuali agli occhi ciechi delle masse ignoranti.
Non posso negare che avere di queste apprensioni agli albori del movimento sia stato giustificato e dovrebbe essere evitato per non perdere altre simpatie, e che poi dovrebbero essere presentate totali ed incondizionate scuse per l’assoluta omissione del problema omosessuale nei primi tempi.
Oggi, tuttavia, mentre il movimento si sta spingendo continuamente in avanti, quando nessuna accortezza burocratica, nessun analfabetismo conservatore possono più essere ancora vittoriosi, oggi devo puntualizzare che un totale rifiuto di questa questione di indubbia rilevanza è un’ingiustizia, un’ingiustizia trascinata nel movimento delle donne in molti casi dal movimento stesso.
La cosiddetta tendenza “moderata” non aiuterà di una briciola le omosessuali per la semplice ragione che azioni di questo tipo non hanno nessuna tendenza.
La vittoria arriverà come un segno del radicalismo, e ci aspettiamo che i radicali cambieranno direzione e per una volta lo faranno onestamente ed in modo chiaramente riconoscibile; e davvero esiste un gran numero di uranisti tra noi, e dobbiamo loro una parola di ringraziamento per i loro sforzi e per il loro lavoro ed a molti dobbiamo un grande trionfo.
Non voglio dire che tutti i problemi del movimento delle donne debbano essere trattati dal punto di vista omosessuale, così come non attribuisco tutto il successo alle uraniste o nemmeno la maggior parte di esso – sarebbe folle tanto quanto è sbagliato non prendere atto del tutto della questione omosessuale. Il movimento delle donne ha senza dubbio più grandi e più rilevanti preoccupazioni della libertà delle omosessuali – ma solo prendendosi a cuore i problemi minori, questi più grandi sforzi possono essere premiati.
Per questo, il movimento delle donne non dovrebbe attribuire tanta importanza al problema omosessuale; non c’è bisogno di andare per le strade a predicare contro l’ingiustizia subita dalle uraniste – non dovrebbe farlo perché sicuramente danneggerebbe la nostra causa – non sottovaluto tutto ciò; c’è solo bisogno di agire dando la dovuta considerazione alla questione omosessuale quando sono in discussione le relazioni sessuali, morali, economiche e degli esseri umani in generale, tra i due sessi. Ciò si può sicuramente fare; e facendo questo si conseguiranno lentamente gli scopi educativi senza troppo sforzo.
Sto arrivando ad un punto che negli anni recenti è entrato in modo peculiare nella sfera del nostro lavoro nel movimento delle donne – sto per parlare della prostituzione. Si potrebbe desiderare di affrontare questo argomento da un punto di partenza etico. Non ha importanza, si deve prenderlo in esame ora così come è stato nel passato e così come sarà in futuro. Personalmente, considero la prostituzione infausta, ma come un male necessario che resterà impossibile sradicare finché esisteranno le passioni umane, alla quale saremo in grado di porre freno in tempi più propizi – uno scopo che merita fatiche a lungo termine.
L’importanza della lotta del movimento delle donne contro l’aumento della prostituzione e contro il massacro delle malattie veneree, mi sembra, sta nel fatto che approssimativamente il 20% delle prostitute sono sicuramente omosessuali. In un primo momento si può trovare ciò insolito e che l’omosessualità insieme a continui rapporti sessuali con uomini può apparire come la cosa più paradossale che potrebbe mai esistere. Alla mia domanda su come fosse possibile che un’uranista diventasse una prostituta, una “donna di strada”, fu risposto una volta che ella vedeva il suo triste compito come un lavoro – le sue pulsioni sessuali non venivano considerate del tutto. Venivano soddisfatte con la sua amante.
Queste donne hanno negoziato turpi attività per le strade. Quando il movimento delle donne sarà riuscito a schiudere tutte le occupazioni adatte alle donne, sostenendo un uguale rispetto per le capacità e le inclinazioni di ogni persona, allora non ci sarà più nessuna giovane omosessuale tra le prostitute, e un gran numero di eterosessuali sarà in grado di occuparsi di loro stesse in modo migliore e con più umanità che con le pessime condizioni sociali della prostituzione di questi tempi.
Saranno in grado di trovarsi immediatamente un lavoro, perché alle donne saranno state insegnate capacità di valutare ed indipendenza in gioventù.
Una giovane che è stata irrobustita presto per affrontare la battaglia della sopravvivenza finirà in strada meno frequentemente di una giovane che vive senza saper nulla dei fatti più elementari e naturali della vita. In un certo senso la lotta delle donne androgine per il riconoscimento dei propri diritti sessuali è anche una battaglia contro la prostituzione, e ancora metto in rilievo che in questa lotta c’è solo un problema di contenerla e mai di eliminarla completamente.
Non si dovrebbe dimenticare che quando un più corretto giudizio sulle uraniste sarà raggiunto, un gran numero di omosessuali maschi che ora, per la paura di essere scoperti vanno da una prostituta, cosa totalmente contro la loro natura, potranno astenersi dal farlo. Questo naturalmente ridurrà l’ammontare di malattie veneree anche se non causerà una grande riduzione di queste. Ma credo che sia una causa degna di considerazione, perché ciascun singolo caso di sifilide o di altre malattie veneree che sarà evitato significherà un contributo al benessere delle persone ed anche a quello delle generazioni future, che è a lungo termine una conquista per tutta la patria.
Il movimento delle donne sta lottando per i diritti degli individui liberi e per l’autonomia. Per questo deve riconoscere le parole di disprezzo che la società getta sulle uraniste anche oggi, che opprime i loro diritti e il loro dovere di prender posto e combattere la battaglia dalla parte delle uraniste come fanno le ragazze madri, le lavoratrici e molte altre che ne hanno bisogno, e combattere per i propri diritti e per la propria libertà nella loro battaglia contro antiquate e false opinioni moraliste, ma quello che è davvero scandaloso è rendere morale la peggiore immoralità, quando alle donne vengono strappati inalienabili diritti e quando devono poi combattere una sanguinosa lotta per riconquistarli; quando alle uraniste vengono strappati inalienabili diritti per il loro modo di amare, un amore che è puro e nobile quanto quello eterosessuale, quando sono brave persone che amano in questo modo. Ci sono tante brave persone tra gli omosessuali quanto tra la cosiddetta gente “normale”.
Più di tutto, vorrei evitare di apparire come un’esagerata ammiratrice dell’omosessualità. Vi posso assicurare, signore e signori, che non lo sono – sono ben consapevole dei problemi dell’omosessualità, ma ne riconosco anche il lato positivo. Per questo, vorrei dire che gli uranisti non sono né migliori né peggiori degli eterosessuali – non dovrebbero essere trattati differentemente, ma solo in un modo diverso.
Per concludere le mie affermazioni vorrei sottolineare ancora che le omosessuali hanno fatto la loro parte nel più vasto movimento delle donne, che sono le maggiori responsabili dell’attivismo del movimento. Hanno sofferto per le loro inclinazioni mascoline e per le loro caratteristiche naturali, e per le molte, molte ingiustizie e tribolazioni causate dalla legge, dalla società, e dal vecchio moralismo riguardante le donne. Senza la forza e la collaborazione delle uraniste, il movimento delle donne non avrebbe il successo che ha oggi, che certamente ha – che può essere facilmente provato.
Il movimento delle donne ed il movimento per i diritti degli omosessuali hanno però camminato a lungo su una strada buia, che ha posto molti ostacoli. Ora diventerà sempre più luminosa attorno a noi e nei cuori delle persone. Non voglio dire che il lavoro di proteggere i diritti delle donne e delle uraniste è arrivato al termine; siamo ancora nel mezzo di due parti contrapposte, e molte battaglie cruente si dovranno combattere ancora. Ci saranno molte vittime dell’ingiustizia di leggi che tenteranno ancora di insinuare rovina prima che entrambi i movimenti abbiano raggiunto i propri scopi – conseguire la libertà per ciascuna persona.
Il nostro fine ultimo sarà raggiunto quando entrambi i movimenti riconosceranno di avere molti interessi in comune per i quali lottare quando fosse necessario. E quando, a volte, come succede, tempi duri arriveranno per ambo le parti – non ci sarà tempo allora per esitazioni nell’elevarsi per difendersi contro l’ingiustizia e marciare verso la vittoria che sarà sicuramente nostra.
Rivelazioni e verità sono come il sole che si alza ad Est – nessuna forza può toglierlo dalla propria orbita. Lentamente ma inesorabilmente esso si alza fino al suo radioso zenit!
Forse non oggi o domani, ma in un futuro non troppo distante il movimento delle donne e le uraniste alzeranno i loro vessilli in segno di vittoria!
Per aspera ad astra!
Di seguito le note di Michael Lombardi-Nash, anch’esse tradotte e pubblicate in: “2002-2003 © WWW.FUORISPAZIO.NET” – TUTTI I DIRITTI RISERVATI” tradotto in italiano.
Introduzione del traduttore, Michael Lombardi-Nash, alla seconda edizione (2000).
Grazie a Paul Nash, sono stato in grado di pubblicare questa nuova edizione del discorso di Anna Rüling. E’ stato scritto su un buon nuovo computer con un buon nuovo programma.
Produrre una nuova edizione di questo discorso è importante per me perché mi dà modo di rinnovare il mio contributo agli studi lesbici. Non sempre mi concentro sulle opere di Karl Heinrich Ulrichs o sulla sessualità maschile. Ho intenzionalmente deciso di tradurre altro materiale per evitare di essere criticato per non essermi occupato di altri personaggi importanti le cui opere necessitano di essere tradotte.
In questa introduzione vorrei anche commentare qualcosa che ho scritto nell’introduzione del 1978. Per esempio, come nota personale, io non sono più cattolico; non sono nemmeno più cristiano.
Ho citato Kertbeny e la sua invenzione del vocabolo “omosessuale” nel 1869: studi più recenti (una lettera di Kertbeny a Ulrichs) hanno stabilito che Kertbeny usava la parola omosessuale nel 1868. Il mio riferimento a Briggs e Bryant poteva risultare incomprensibile a qualche lettore. Il senatore Briggs tentò di cacciare gli insegnanti gay dalle scuole; ed il cantante Bryant diventò famoso per quella che si trasformò nella campagna “uccidi un frocio nel nome di Cristo”. Spero che Anna Rüling trovi il proprio posto nella storia. I gay dovrebbero conoscerla tanto bene quanto conoscono il proprio nome.
Michael Lombardi-Nash
14 luglio 2000
Introduzione del traduttore alla prima edizione (1978)
Poco si sa di Anna Rüling, tenne la sua interessante e significativa conferenza, “Che interesse ha il movimento delle donne a risolvere il problema omosessuale?”, nel 1904 in Germania davanti al Comitato Scientifico Umanitario. Il Comitato, la prima associazione gay nella storia del mondo, fu riconosciuto a Berlino nel 1896 da Magnus Hirschfeld.
Nella sua conferenza, Rüling portò i diritti dei gay e delle donne sotto lo stesso tetto, si congratulò con il comitato per il sostegno ai diritti delle donne e per aver incluso le lesbiche nelle proprie lotte per uguali diritti. Tale sostegno dagli uomini e l’accettazione delle lesbiche tra i problemi degli omosessuali, secondo la Rüling, era stato tristemente negato.
Poiché il coinvolgimento delle lesbiche nel movimento delle donne continua ad essere ancora un tema così notevole un secolo dopo il discorso della Rüling, è importante che la gente oggi sappia cosa voleva dire.
Fino a tempi relativamente recenti, molto poco è stato scritto sul movimento delle donne, e quegli scritti che esistono sul tema delle donne molto spesso sono firmati da uomini. Senza il discorso della Rüling, ci sarebbe ancora meno materiale che tratti direttamente l’argomento del movimento gay e di come influenzi il movimento delle donne. Per questi motivi è vitale che tutti, gay e non, leggano il discorso della Rüling.
Proprio all’inizio del suo discorso Rüling evidenzia come le donne siano considerate solo come un sovrappiù persino nella lotta per uguali diritti. Benché non stia lamentandosene, indica che la mancanza di leggi contro la pratica di atti sessuali tra donne le ha confinate in un ruolo marginale nella battaglia per la libertà sessuale anche se l’amore tra donne ne fa parte. Rüling usa i termini “omosessualità”, il vocabolo inventato da Karoly Maria Kertbeny nel 1868, e “uranismo”, inventato da Karl Heinrich Ulrichs nel 1862.
L’uso di alcuni termini non è del tutto insolito alla luce del fatto che oggi usiamo parole come “omofilia”, “omosessuale” e “gay”.
Poiché le donne sono considerate da molti come cittadine di seconda classe, ho tradotto il discorso della Rüling per colmare la necessità di dare un contributo alla causa delle donne in generale e delle lesbiche in particolare.
Ho voluto semplicemente continuare a fornire testimonianze, così come erano, per non essere di quelli interessati solo ai problemi del proprio sesso e, nel mio caso, per non limitare le mie traduzione alle opere di autori maschi. È stato spesso detto che i gay dovranno farcela da soli per emanciparsi. Ma io non sottoscrivo questa filosofia separatista. Come maschio gay, italiano, cattolico e di razza bianca, credo di poter fare qualcosa per rendere libero chiunque, indipendentemente dall’orientamento sessuale, sesso, credo, colore della pelle, razza.
Ed anche qui troverete che Rüling non sta semplicemente difendendo le lesbiche da un mondo di uomini, ma anche dal movimento delle donne, dove le lesbiche, ci dice, sono state troppo a lungo ignorate. Persino adesso il problema del ruolo delle lesbiche all’interno del movimento delle donne non è stato risolto Mentre il lettore continua, troverà interessante vedere Rüling usare gli stessi concetti economici e sociali che sono correnti oggi nel tentativo di mostrare le condizioni che separano gli uomini dalle donne nei posti di lavoro e a casa.
Ella parla di stereotipi e convinzioni e di quali tipi di lavoro sono ritenuti adatti per i due sessi. Nega i ruoli convenzionali in un modo che è così assolutamente moderno che il lettore crederà a malapena che il discorso, scritto cento anni fa, era una presentazione per un pubblico di allora.
Inoltre, d’altra parte, Rüling fa osservazioni sulle unioni coniugali tra omosessuali ed eterosessuali che potrebbero essere difficili da accettare oggi. Mentre è vero che simili unioni possono causare infelicità, come ella dice, non si crede più ai nostri giorni che la discendenza sarebbe meno amata o disgraziata o diventerebbe “una mente debole, idiota, epilettica, con malattie al torace e degenerazioni di ogni tipo ” accompagnata da ” insane deviazioni sessuali quali il sadismo e il masochismo.”
I lettori di oggi a questo punto potrebbero chiedersi da che parte stia Rüling; tuttavia, se essi comprendono che molti dei medici e psichiatri dei tempi della Rüling identificavano “omosessualità” e “uranismo” esattamente come li descrive Rüling all’inizio, un insieme davvero malinconico, capiranno che ella sta solo cercando di persuadere la gente a non cadere nella trappola del matrimonio per convenienza e di quelli celebrati a causa delle pressioni sociali.
Più avanti nel discorso, i lettori possono gioire del fatto che Rüling sottolinea l’impossibilità di cambiare l’orientamento sessuale per forza e l’incapacità dei genitori di conoscere l’orientamento sessuale dei propri figli.
Quanto frequentemente le persone ignoranti enunciano il “fatto” che i gay possano cambiare non solo il proprio orientamento sessuale, ma addirittura quello degli altri, specialmente dei figli!
Ai lettori dei nostri giorni viene ricordata la crociata di odio scatenata da Anita Bryant e John Briggs, e la loro esagerata preoccupazione per il benessere dei bambini. Con la scusa della paura della capacità di cambiare le tendenze sessuali, quanto spesso abbiamo avuto resoconti di bambini indirizzati sessualmente in cliniche dove l’elettroshock fa parte del trattamento aggressivo che forza i ragazzini a giocare con le pistole, per esempio, e le ragazzine ad apprezzare le bambole?
Ma ecco una donna che già conosce il comportamento ben disposto con figli gay. Le sue risposte ad ogni problema che riguarda la sessualità dei figli sono: amore e comprensione. Se tutti i genitori d’oggi avessero questo atteggiamento nel rispondere alle domande sul sesso ai propri figli, la sessualità sarebbe davvero un aspetto più luminoso della vita.
Nella realtà, invece, genitori ignoranti e bacchettoni preferiscono mentire e raccontare favole sui fatti della vita, piuttosto che affrontare coraggiosamente i propri figli e parlare con loro di sesso chiaramente. Questo è il tipo di genitori che non fa distinzioni, che accetta ciecamente le discriminazioni e che vive la vita indifferentemente in un modo o nell’altro.
Si noti che Rüling distingue tre personalità. Dice che “uomini, donne e omosessuali” sono diversi e dovrebbero avere uguali opportunità nell’educazione e nel mercato del lavoro.
Oggi molte persone pensano che ci siano due sessi, ma allora non era sempre così. Rüling, i suoi contemporanei ed i suoi predecessori credevano nell’esistenza di un terzo sesso, il sesso gay e non erano certo i peggiori poiché avevano questo convincimento.
Se la gente crede che il sesso non sia determinato solo dai genitali, e molti lo credevano e lo credono ancora, allora chi può dire quanti sessi esistano in realtà.
Kinsey rappresentò la sessualità su una scala di sei, vale a dire che ci sono sei tipologie sessuali; altri sostengono che c’è un numero indefinito di sessi. Comunque si vedano le cose, quale sesso, o sessualità, sia di prima classe, giusto e normale, sembra essere solo un problema politico, economico e sociale, e che i gay maschi e femmine vengano considerati cittadini di seconda classe immorali e anormali a causa di modelli politici, economici e sociali è precisamente il punto al quale vuole arrivare Rüling nel suo discorso.
Eppure nonostante la sua apertura mentale e importanza, è interessante notare che Rüling non è menzionata nell’ “Ilse Kokula’s Weibliche Homosexualität um 1900 in zeitgenössischen Dokumenten” (L’omosessualità femminile nel 1900 nei documenti d’epoca), pubblicato nel 1998, anche se Helene Stöcker, l’unica leader del movimento delle donne che fosse un membro del comitato Hirschfeld, è menzionata (1). Tuttavia Simone de Beauvoir (2) usa Rüling come riferimento nel suo libro “Il secondo sesso”, pubblicato nel 1949.
L’unica altra indicazione dell’importanza del discorso della Rüling è l’apparizione di una seconda, dopo la mia, traduzione del suo discorso (3) da parte di Lillian Faderman e Brigitte Eriksson. Sfortunatamente, Faderman e Eriksson, limitando il loro commento solamente al discorso non fanno maggiore luce sulla vita della Rüling.
Come nota di interesse, il lettore del discorso della Rüling può dedurre solo in modo indiretto la sua sessualità. Ella dice che suo padre si sbagliava nell’asserire che l’omosessualità non poteva apparire nella sua famiglia. Il lettore può solo indovinare da questa affermazione che essa sta ammettendo di essere lesbica.
Ancora, niente si sa della posizione ricoperta dalla Rüling nel movimento delle donne. Non fa parte della leadership o almeno della partecipazione attiva. Forse, in questo caso, il suo ruolo non è importante. Ciò non di meno, merita l’attenzione dei lettori gay e non di oggi, perché la sua idea, che sia il movimento delle donne sia quello gay insieme un giorno alzeranno le loro bandiere in segno di vittoria, rimane il sogno di molte persone gay e non.
Dato che l’evoluzione dell’uguaglianza dei diritti deve ancora essere raggiunta, il discorso entusiasta della Rüling può ancora giocare un ruolo attivo nella battaglia senza fine contro la bigotteria e la discriminazione sessuale in generale e contro lo sciovinismo maschile in particolare.
Infine, quelle donne, come Phyllis Schlafley, che qualificò le lesbiche come cittadine di seconda classe e che voleva tenere le donne in cucina , possono essere ancora recuperate dall’illuminato discorso della Rüling. A confronto di maschi bigotti e sciovinisti, le donne possono benissimo essere peggiori nemiche degli uomini nella lotta per la liberazione delle donne. Per questa ragione, Rüling merita un ulteriore applauso per un discorso assolutamente necessario.
NOTE
(1) Ilse Kokula, Weibliche Homosexualität um 1900 in zeitgenössischen Dokumenten (Munich: Frauenoffensive, 1981), p. 31.
(2) Simone de Beauvoir, The Second Sex , trans. H.M. Parshley (1949; New York: Knopf, 1971), p. 561.
(3) Lillian Faderman and Brigitte Eriksson, eds. and transs., Lesbian-Feminism in Turn-of-the-Century Germany: Stories and Autobiographies (Weatherby Lake, MO: The Naiad Press, Inc., 1980).