1906, Raffaele Brugia – I problemi della degenerazione

Raffaele Brugia, 1906. I problemi della degenerazione. Bologna: Zanichelli, 1906. pp. 409-412. Testo allo https://archive.org/details/iproblemidellade00brug/

[p. 409] Più intima perversione è l’uranismo (amor greco nei maschi, amor lesbico o saffico nelle donne) che io non credo dovuto, come avvisa il Binet, ad eccesso d’ idealismo simbolico o, come il Tanzi afferma, al “bon motif„ non redimibile di una sessualità che fallì per precocità. Scrive il Binet, che la tendenza omosessuale è fortuita, legata a fatti che diversi che fossero indurrebbero ad altra anomalia, che il tal uomo che oggi non ama che uomini avrebbe potuto in diverse condizioni non idolatrare che cuffie da notte, grembiali o stivaletti (Binet, Études de Psychologie expérimentale. Paris, 1888.). E il Tanzi, che la memoria è ottimista, che è abito di tutti non ricordar delle cose che il lato piacevole, che se l’erotismo, maturo anzi tempo e male orientato, imbrocchi una falsa via, niun emendamento è possibile sotto la dolce rimembranza delle prime attrazioni (Tanzi, Loc. ult. cit. pag. 622.).

Ma in ciò non è che una parte di vero. Se [p. 410] “toute fonction qui traduit avant l’heure ses besoins, ses effets, l’irrésistibilité de sa poussée, est un indice de déséquilibrement„ (Dallemagne, Loc. ult. cit. pag. 182.), se a quattro, a cinque anni l’uranismo può in taluni individui rilevar già netti i suoi contorni (Magnan, Héréditaires dégénérés. Archives de Neurologie, 1892.), certo è tuttavia (e l’obiezione tocca anche il Binet) che la personalità vien dal basso, che ogni durevole coordinazione dell’Io procede dall’istinto o da inconscie impressioni, che non si ha predominio d’imagini o d’idee che valga a contraddire la sanzione della coscienza.

E uopo quindi tentare altra ipotesi, se non piaccia meglio rinunciare a ogni tentativo d’ interpretazione, ad ogni commento su questa specie d’ isomorfismo che attrae i sessi omonimi e respinge i contrari. Ma innanzi tratto esaminiamo il pervertimento in sé, prendendo come tipo l’uranista maschile. Tale forma talvolta consente in tutto o in parte, talaltra esclude, la contemporanea tendenza verso la donna; e l’esclusione può esser così [p. 411] assoluta che l’obbligo di un abbracciamento normale importi riluttanza e nausea. Ogni pensiero, ogni affetto che integra e rinforza l’istinto primitivo l’uranista ha per maschio, uomo o fanciullo; ogni circostanza idonea a impedire l’espansione di quest’ impulsi si associa in lui a sconforto e pena. Giacché ei non tende solo a un soddisfacimento materiale (baci, masturbazione reciproca, coito simulato tra le coscie o veri atti di pederastia), ma più che tutto all’assonanza delle idee, al culto platonico della persona amata. Solo per eccezione la sua figura si avvicina al sesso cui egli agogna di appartenere; né più che tanto lo allettano le occupazioni donnesche: anzi il contrasto tra il fisico e il morale stride talvolta così, che certo Ulrichs, magistrato di Hannover, scrivendone molti anni or sono, per esperienza personale e da buon spiritualista non si peritava di supporre che un’anima di femina albergasse nel suo corpo virile come in quello di ogni altro pervertito del genere.

Questa interpretazione completa le idee del Tanzi e del Binet, se s’ informi il concetto dell’anima alle vedute dell’odierno positivismo [p. 412] fisiologico. Qui infatti, come sempre,  l’individuo segue la scorta del sentimento; e il sentimento genitale non è, come ogni altro, che la rappresentazione dei corrispondenti stati organici. E se un uomo sa di esser uomo ma ha della donna le tendenze affettive, o viceversa, ciò può accadere solo perchè la sessualità sia scritta nel suo cervello con erroneo linguaggio. La nozione oggettiva è allora in antitesi con lo stato soggettivo, la personalità fisica con la mentale; né alcuna seria obiezione può infirmar l’ipotesi che questa parastesia della coscienza non sia che l’effetto di una deviazione d’ ignota natura nel meccanismo rappresentativo, la conseguenza di uno stato fisso, quasi automatico, che dal centro genito-corticale s’ irradia sulle attitudini psichiche e tende a completarsi.