1932, Mura – Peccati d’amore

Mura [Maria Assunta Giulia Volpi Nannipieri], 1932. “Peccati d’amore”, in: Peccati, Milano: Corbaccio, pp.  97-100.

Capitoletto all’interno del libro; Mura scrisse anche il romanzo Perfidie (1919).  Cortesia Luca Locati Luciani


 

PECCATI D’AMORE

Se una donna ama un’altra donna, non ti scandalizzare: spesso, queste donne che la vita rende anormali sono delle solitarie assetate d’amore, accanto alle quali gli uomini passano senza accorgersi che esistano.

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L’amore fisico della donna per la donna è il più dolce dei peccati contro l’amore, ed è il solo amore che dia un’idea della perfezione alla quale può giungere il piacere.

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L’amore fisico della donna per un’altra donna nasce quasi sempre da una delusione dell’amore maschile, o da una curiositù, o da un adattamento, o *da un pervertimento che ha una [p.97] sua giustificazione fisiologica: soltanto in rarissimi casi nasce da un bisogno assoluto della natura che ha creato una donna sbagliata.

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Se nasce da una delusione dell’amore maschile e se tutte e due le donne che s’incontrano e si amano sono state deluse dall’uomo, l’amore femminile non è soltanto appagamento dei sensi, ma anche consolazione spirituale: ed è quasi impossibile che altri uomini o altri amori possano distruggerlo.

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Se nasce da una curiosità, non è un amore pericoloso: finisce non appena la curiosità è soddisfatta e qualche volta finisce con una delusione. Se invece dall’esperimento la donna curiosa esce esaltata, l’esaltazione dura finchè ella non s’incontra con l’amore d’un uomo; allora l’esaltazione cade e tutto ritorna nella normalità.

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Se nasce da un adattamento, termina con disgusto non appena arriva il momento della [p.98] liberazione: in questo caso può darsi che il desiderio dell’amore femminile ritorni improvvisamente a distanza di tempo ed esiga, allora, una libera scelta dell’essere da amare. In questo caso, il male dell’amore per la donna può durare tutta la vita.

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Se nasce da un pervertimento fisiologicamente giustificato, il male è quasi inguaribile e chi ne è ammalato ne soffre: non è più amore, allora; è una malattia e bisogna curarla, oppure bisogna lasciarle fare il suo corso.

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Se nasce in una di quelle donne che sono degli uomini mancati, non è più una curiosità, né un adattamento, né una consolazione, nè una malattia: è un istinto contro il quale non si può andare e che non bisogna condannare. Si condannano forse la zoppo, il gobbo o il cieco? Ci ispirano pietà. [p.99]

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Esiste poi un ultimo caso che di tutti è il peggiore: esiste un amore della donna per la donna alimentato da un desiderio di lucro. Ma questo non si chiama più amore e in tutti i casi non può differenziarsi dalla stessa categoria dell’amore pagato della donna per l’uomo: si chiama prostituzione.

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Se una donna tradisce l’amore di un’altra donna con un uomo, l’amore femminile è perduto; ma se una donna tradisce un uomo con una donna, l’amore per l’uomo non è perduto: la donna ritornerà.

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Comunque, in tutte le sue manifestazioni, questo amore fatto di carezze lievi, di baci profondi, di brividi interminabili, di languidi abbandoni, è un peccato d’amore, contro l’amore. [p.100]


 

 

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