Mariella Regoli, Inchiesta. Colei che sola a me par donna, Effe, marzo 1982
http://efferivistafemminista.it/2014/07/colei-che-sola-a-me-par-donna/
INCHIESTA
Colei che sola a me par donna. Abbiamo rivolto nove domande facili facili ad otto uomini celebri. volevamo sapere da loro qualcosa sui nostri dieci anni di femminismo, e invece…
1) Se dico donna, cosa ti viene in mente?
2) E se dico femminista?
3) Come immagini la vita di un uomo con una femminista?
4) Quali sono le tre cose che consideri le più importanti del femminismo?
5) Il femminismo ha cambiato la tua vita sessuale?
6) Di questi dieci anni di femminismo cosa ricordi?
7) Se il femminismo cessasse di esistere, cosa ti mancherebbe?
8) Se dico lesbismo cosa ti viene in mente?
9) Come ti comporteresti se la donna di cui sei innamorato ti dicesse che si è innamorata di un’altra?
“Separatismo: singolare maschile. Corrente politica o religiosa che mira a sottrarre un territorio o alcuni gruppi etnici, alla sovranità dello Stato o ad ottenere un’autonomia politica, religiosa ecc. (Dizionario Garzanti – pag. 1607).
Il femminismo ha trasformato un gelido singolare maschile in un caldo, vitale, collettivo, femminile plurale, traducendolo in pratica politica e trasformandolo ancora in regola di vita. Per molte donne è stato sinonimo di contraddizioni profonde e laceranti, di dibattiti, discussioni e dubbi singoli o di gruppo. Per quante non avevano voluto, potuto o saputo dare la preferenza al separatismo anche nella vita privata è stato pure peggio. Considerate antagoniste politiche da coloro che avevano scelto il lesbismo, si trovavano di fronte ogni momento il maschio/avversario con il quale avevano scelto di vivere.
La scoperta che “il privato è politico” è stata un’esaltazione gioiosa ed entusiasmante che lo diventava meno quando, tornando a casa, portavamo con noi il politico nel privato. Il tavolo da pranzo, il letto, la cucina, ogni altro spazio personale si trasformavano in cattedra; mariti, padri, fratelli e amanti diventavano la platea ostile da convincere o da sconfiggere. Ci sono anche stati dei periodi in cui ci si “vergognava” un po’ di ammettere, seppur con reticenza, di essere innamorate di un uomo, ma abbiamo continuato a vivere con loro e non solo per masochismo, credo. Volevamo attuare noi la vera rivoluzione, quella che comprende anche la liberazione dell’altro sesso. Ci siamo riuscite? E quanto? Fino a che punto? Lo abbiamo domandato ai diretti interessati, a coloro che per motivi professionali o privati hanno assistito da vicino a questi nostri dieci anni di lotte e di vita.
Non abbiamo chiesto loro un’analisi del femminismo. Per carità! lo fanno già troppo e qualche volta a sproposito; hanno i loro spazi e non avrebbe senso regalargli anche i nostri. Abbiamo preparato alcune domandine “facili facili” e apparentemente innocue che abbiamo rivolto a tutti indifferentemente.
Le risposte sono pubblicate integralmente e senza alcuna “manipolazione”; qualche inevitabile, sacrosanto commento e nient’altro: chissà se per cattiveria o onestà d’informazione. Nelle definizioni che hanno dato di noi ricorre spesso, con tutti i sinonimi e le varianti possibili, il termine “petulante”, che anziché farci arrabbiare ci ha rallegrate. Petulante è l’aggettivo con cui venivano definite in passato l’arcibisnonne Mary Wollstonecraft, Anna Maria Mozzoni, Sibilla Aleramo e tante altre. Quanta sicurezza nella continuità!
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[NdLeswiki: di seguito, solo gli stralci delle interviste relativi al lesbismo]
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RUGGERO GUARINI
A bruciapelo dico “lesbiche”, cosa vedi? “Molta simpatia. Mi sono simpatiche”.
Al punto da rinunciare alla tua donna? “Mi preoccuperei di verificare se l’influenza che quest’altro rapporto esercita su questa donna va in direzione incompatibile con certi miei bisogni irrazionali. Se determina delle trasformazioni del gusto, delle abitudini, degli interessi di questa persona, incompatibili con i miei o con l’immagine che io mi sono fatto di lei, questo per me sarebbe un problema. Ma lo sarebbe anche se il rapporto fosse eterosessuale. La gelosia in me si manifesta soltanto se vedo che questi rapporti ‘altri’ introducono in questo rapporto che ho, degli elementi idiosincratici. incompatibili”.
DARIO FO
Lesbismo gli fa venire in mente: “Tragedia, nel senso greco. Ghettizzazione, un qualcosa di corporativo, e lo stesso vale sia per gli omosessuali maschi sia per le lesbiche. Mi fanno pensare agli ebrei che si coalizzano e autoghettizzano per difendersi dagli ariani. L’omosessualità mi fa pensare alla mortificazione di chi non riesce ad accettare la propria condizione umana. C’è mortificazione anche negli sguardi, negli atteggiamenti che la gente ha verso gli omosessuali e nei sorrisi ironici con cui vengono guardati. Molti omosessuali si rifugiano nel teatro e proprio verso questi vedo fare cose terribili, sono trattati allo stesso modo con cui i re e i grandi principi del passato trattavano i nani e i negri di corte. Un’altra cosa terribile è anche il gioco giullaresco nel quale l’omosessuale cade spesso ed è per questo che poi la gente li esibisce: “è omosessuale, ma è carino ed educato, non trovi?” La prospettiva di sua moglie innamorata di un’altra: “Non lo so. Un’altra mi fa pensare che ce ne sia già stata una prima. Le cose dipendono dai tempi in cui avvengono. In teatro diciamo che la chiave di tutto è la situazione. Bisogna vedere cosa è successo prima che lei. l’altra, arrivasse. Comunque sarebbe diverso che se arrivasse ‘un altro’.
VINCINO
Lesbismo gli fa venire in mente due donne che fanno l’amore, non lo ha detto, ma si è espresso a gesti eloquenti. E se la sua donna si innamorasse di un’altra? “In genere sono le altre che si innamorano di lei”.
RENZO ARBORE
La parola lesbismo gli evoca solo l’immagine di “Due donne che fanno l’amore. Non si può sindacare sulla vita sessuale e non capisco questa distinzione di categorie. Questa cosa non mi tocca, non me ne frega niente, non mi turba. Mi fa venire in mente una bellissima ragazza che vidi una volta vestita da uomo a piazza del Popolo. BBBellissima. Elegantissima. Poi seppi che era lesbica e lo notai con un certo rammarico, per la verità”. Lo stesso rammarico che avresti se la tua donna si innamorasse di un’altra? Come reagiresti? “Le direi: allora, fidanzati con l’altra. Se ne fossi innamorato, mi dispiacerebbe moltissimo. Ho avuto delle ragazze che avevano contatti anche con donne e non ne ero geloso, però non ne ero innamorato. So che la donna ha una propensione maggiore ad avere contatti ed affettuosità con le altre donne. Lo so, perché molte donne me lo dicono, eppoi l’ho letto”.
GIULIANO ZINCONE
Lesbismo. “Se dici lesbismo vedo due donne, due donne che fanno l’amore. Se mia moglie si innamorasse di un’altra ci rimarrei molto male. Forse peggio che se si innamorasse di un altro uomo”.
BENIAMINO PLACIDO
Lesbica è una parola che mi suscita un qualche imbarazzo, e una qualche fatica. Cioè, devo far fatica a far quadrare i conti. Il lesbismo non esisteva nella mia educazione e nella mia cultura. Non esisteva se non come una mostruosità da libro di scuola: Saffo. George Sand. Madame de Stàel. E una cosa nuova e per me indigesta, però anche lì. col femminismo, qualcosa è accaduto sia come immagine che come realtà. La lesbica, nei miei anni giovanili era una donna cattiva, irsuta e la si riconosceva da lontano. Adesso le donne hanno imparato a rapportarsi fra di loro anche in termini erotici conservando tutta la loro flessuosità, la dolcezza, ecc.
Quanto alla donna di cui sono innamorato che si innamora di un altro, è quello che mi capita sempre quindi non è un ‘exemplumfictum’”. Ma io ho detto altra, con la a. “Allora credo che starei stordito tre giorni di seguito pensando che è meno peggio che si fosse innamorata di un uomo e qui c’è tutta la mia meschinità. L’uomo lo sento come un competitore, mentre invece la donna la sento soltanto come una curiosità di passaggio, un’attrazione che poi evaporerà da qualche parte”.
GIULIO SAVELLI
Il lesbismo mi fa venire in mente un problema personale, sentito e serio, di una minoranza della popolazione, esattamente come l’omosessualità maschile. Penso che debbano godere dei diritti civili; non ritengo apprezzabile o sostenibile l’affermazione di una superiorità della sessualità omosessuale rispetto a quella etero. E se la mia compagna venisse a dire di essersi innamorata di una donna sarebbe come se mi dicesse di essersi innamorata di un uomo. Mi renderei conto che un rapporto è finito. Cosa? Dici che per forza la reazione dovrebbe essere diversa, migliore o peggiore ma comunque diversa? Ma. non so… Certo ne avrei più sorpresa, perché credo di conoscere abbastanza la persona con cui vivo per sapere se ha o no questa componente. Ma sì. diciamo che mi farebbe ridere ‘sta confessione… l’effetto sorpresa può tradursi in tragedia o commedia. Se lei si innamorasse di un altro uomo, prevarrebbe in me la sorpresa che si tramuta in tragedia.
ALDO TORTORELLA
Se dici lesbismo mi viene in mente Saffo, mi riporta alla giovinezza, ricordo di letture. Se mia moglie s’innamorasse d’una donna, boh. sono portato a considerare queste questioni come appartenenti alla sfera delle scelte personali in cui non mi permetterei d’intromettermi.