2007, Rosanna Fiocchetto – Il mistero di Harper Lee

Rosanna Fiocchetto, 2007. “Il mistero di Harper Lee”

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Il mistero di Harper Lee
di Rosanna Fiocchetto

Nel 1960 venne pubblicato il bellissimo romanzo di Harper Lee “Il buio oltre la siepe” (titolo originale “To Kill a Mockingbird”). La storia della bambina che scopre il razzismo e la paura della diversità in una società crudele, e che impara a lottare per cambiarla, conquistò un largo pubblico di ogni età, che aspettava solo messaggi culturali come questo per uscire dalla repressione degli anni Cinquanta. Narrata in un linguaggio semplice e poetico, attraverso gli occhi e la voce di una piccola “maschiaccia”, Scout – che è in sé  un grande personaggio della letteratura progressista – la vicenda intrecciava realismo, ideali, emozioni.


La sua autrice, oggi ottantenne, vinse il premio Pulitzer nel ’61 e il libro, dopo essere stato un successo internazionale, diventò un classico ancora costantemente ristampato e largamente diffuso. Ne sono state vendute oltre 30 milioni di copie, e i tre quarti delle scuole americane lo hanno adottato come testo. Ma Lee, dopo questo capolavoro, non pubblicò quasi più nulla. Preferi’ uscire dai riflettori e disertare il mondo letterario, vivendo appartata e quasi nascosta come l’inquietante ma dolcissimo “diverso” del suo libro, Boo Radley.

La sua ultima intervista, raccolta da Roy Newquist, risale al 1964. Le sue apparizioni pubbliche sono state rarissime. Partecipa talvolta a incontri con gli studenti del suo stato che scrivono saggi sul suo libro. E’ stata relatrice ad un convegno sulla storia dell’Alabama del 1983, con il saggio su “Romance and High Adventure”. Nel maggio 2005, invitata dall’amica Veronique Peck – vedova dell’attore Gregory Peck, il quale interpretò il ruolo dell’avvocato Atticus Finch nel film del 1962 tratto dal suo libro – si è materializzata per ricevere un premio conferitole dalla biblioteca pubblica di Los Angeles. Dopo aver sempre rifiutato ogni invito ad apparire in pubblico per ricevere vari dottorati onorari, ha accettato il 21 maggio 2006 una laurea ad honorem dall’University of Notre Dame, intervenendo senza clamori alla cerimonia di assegnazione, di fronte ad un pubblico intimidito e commosso che non poteva quasi credere ai suoi occhi nel vederla sul palco.

Subito dopo, evento ancor più eccezionale, ha rotto il suo lungo silenzio stampa: nel numero di luglio 2006 della rivista “O” di Oprah Winfrey, dedicato al tema della lettura, ha raccontato la sua infanzia nel profondo Sud. Nel suo villaggio di origine, dice, “i più giovani avevano poco da fare oltre che leggere”. E aggiunge che lei, nella società di oggi, in cui la gente ha centinaia di aggeggi elettronici e “menti come stanze vuote”, preferisce ancora dedicarsi alla lettura. Dunque, fatto ancora più raro, Lee – che attualmente vive tra il suo appartamento di New York e la casa della novantaquattrenne sorella Alice a Monroeville – ha parlato di sé e della sua famiglia.  Una trasgressione alla propria abituale e proverbiale riservatezza. Infatti il suo biografo Charles J. Shields, per ricostruirne la vita in “Mockingbird: A Portrait of Harper Lee” (Holt, 2006) dopo il suo rifiuto di essere intervistata e persino di parlargli, si è comportato come se avesse a che fare con una donna misteriosa, inafferrabile, scomparsa da secoli nell’oblio del tempo. Ha intervistato oltre 600 persone che l’hanno conosciuta, ha consultato giornali e riviste d’archivio, ha passato al setaccio biografie di altre persone.

Nata il 28 aprile 1926 a Monroeville, Alabama, da padre avvocato (come nel suo libro), ma segregazionista, e da una madre costantemente invalida per una persistente depressione, ultima di due sorelle e un fratello, Nelle Harper Lee frequentò la scuola pubblica del suo paese e l’Huntington College, una scuola privata solo per donne. Si iscrisse poi dal 1944 al 1949 all’University dell’Alabama, dove fece parte della “sorority” Chi Omega e dove tenne su “Rammer-Jammer”, il giornale umoristico degli studenti, da lei diretto, una rubrica intitolata “Commento Caustico”. Segui’ un corso alla Oxford University con il progetto di laurearsi in legge, ma lo interruppe sei mesi prima della laurea. Nel 1949 si trasferi’ a New York, raggiungendo il suo amico d’infanzia Truman Capote (da lei ritratto nel personaggio di Dill Harris).
Qui lavorò come impiegata per la Eastern Air Lines e la British Overseas Airways; e, nel frattempo, scrisse vari racconti e sviluppò “Il buio oltre la siepe”, più volte rifiutato dagli editori.

I suoi amici, nel 1956, le regalarono un anno di libertà economica per dedicarsi esclusivamente alla scrittura e lei si licenziò dall’impiego. Dopo la pubblicazione presso le edizioni Lippincott del suo unico e celebre libro, che in un anno vendette mezzo milione di copie, Lee collaborò con Capote alla ricerca su un episodio di cronaca in Kansas che ha forni’ la base per il romanzo dello scrittore “A sangue freddo” (1965). Il lavoro di Lee fu determinante per la stesura di questo testo; tuttavia Capote non lo riconobbe adeguatamente, limitandosi ad una dedica, per di più condivisa con il proprio amante gay Jack Dunphy. Harper Lee, che nel frattempo aveva pubblicato soltanto gli articoli “Love – In Other Words” nella rivista “Vogue”, “Christmas To Me” e “When Children Discover America” in “McCalls”, si dedicò poi alla stesura di un secondo romanzo, “The Reverend”, ma non lo diede mai alle stampe, per motivi che restano ignoti e che lei non chiari’. Il libro partiva da un altro fatto di cronaca che aveva coinvolto il predicatore nero Maxwell di Alexander City, Alabama, il quale aveva assassinato vari membri della famiglia per ottenere la loro assicurazione sulla vita, e che venne a sua volta assassinato al funerale della sua ultima vittima. Dal libro di Shields, leggendo le  testimonianze dei compagni di  scuola di

Lee, si ricava l’impressione che la scrittrice da giovane sia stata molto simile alla protagonista del suo celebre “romanzo di formazione”, se non altro per l’abbigliamento non certo “femminile” e per il comportamento fuori dal comune rispetto ai canoni dell’epoca. Per Shields, la chiave dell’enigma legato al suo ritiro e alla sua decisione di smettere di pubblicare, rinunciando a sfruttare la propria notorietà e l’ondata di successo, sta nella sua “personalità paradossale”. Secondo sua sorella, il manoscritto di “The Reverend” le venne rubato subito dopo il completamento e lei, semplicemente, lo prese come un segno del destino.

Quanto alla sua scelta esistenziale di eterna “single”, Harper lo ha sinteticamente spiegato cosi’: “Prima di poter vivere con altra gente, devo riuscire a vivere con me stessa”.

Il resto è silenzio. Un ritratto di Harper Lee appare, interpretato da Sandra Bullock, nel recente film di Douglas McGrath “Infamous” (2006), sulla vita di Capote. Anche questo, non autorizzato e completamente ignorato da Lee. La quale, nella sua unica intervista rilasciata nel 1964, affermava: “Tutto quello che desidero è essere la Jane Austin del South Alabama”. “Il buio oltre la siepe”, a quanto pare, le è bastato: un sondaggio del 1999 condotto da una delle più prestigiose riviste letterarie americane ha rivelato che i lettori lo indicano come “il libro del secolo”.