2007, Rosanna Fiocchetto – Marie Equi, una vita non ortodossa

Rosanna Fiocchetto, 2007. Marie Equi, una vita non ortodossa. 

Originariamente su Fuoricampo.net (15 marzo 2007), viene ripubblicato esattamente come ancora reperibile allo https://web.archive.org/web/20080820015240/http://www.fuoricampo.net/marie_equi/index.html


Marie Equi, una vita non ortodossa
di Rosanna FiocchettoMarie Diana Equi (7 aprile 1872 – 13 luglio 1952), fu una delle animatrici del movimento radicale americano della prima metà del ventesimo secolo; visse sino in fondo e combattivamente la sua identità di lesbica, femminista, medica, anarco-socialista.

Nata a New Bedford, nel Massachusetts, da padre italiano e madre irlandese, trascorse la gioventù in Italia con il nonno paterno, a causa di una tubercolosi che la spinse a cercare per la guarigione un clima più favorevole. Nel 1893 si trasferi’ nell’Oregon, per convivere con la sua amante Bess Holcomb che aveva ottenuto un incarico di insegnamento a The Dalles. La sua lunga relazione con Bess ebbe tutte le caratteristiche di quello che veniva definito un “matrimonio bostoniano”, tranquillo e accettato dal contesto sociale. Marie Equi, però, era tutt’altro che mite e tranquilla.
Il 21 luglio 1893 un giornale locale, “The Times-Mountaineer”, pubblicò un articolo sullo scontro che Marie (chiamata “Miss Aqua”) aveva avuto con il reverendo Orson D. Taylor, datore di lavoro di Bess, per una questione di paga non corrisposta all’amica. Secondo il giornale, Marie aveva minacciato Taylor di frustarlo, costringendolo a barricarsi nel suo ufficio.
L’articolo, commentando le rivendicazioni salariali di Bess, descriveva cosi’ l’azione di solidarietà di Marie:“La sua personale amica e compagna è Miss Aqua, una giovane e coraggiosa signora, la quale dice che non resterà docilmente a guardare Miss Holcomb venire truffata di cento dollari del suo

salario, e che prenderà a frustate O.D. Taylor anche se questo dovesse essere l’ultimo atto della sua vita. La simpatia della folla era con la giovane signora, e se ella avesse frustato il reverendo gentiluomo, la multa sarebbe stata pagata in cinque minuti. Miss Holcomb è una giovane signora colta e ineccepibile, ed è tenuta in grande stima nella comunità. Miss Aqua è assai affezionata a lei, e la loro amicizia arriva all’adorazione”.
Anche il resto della stampa locale si occupò di quanto era accaduto, sottolineando il modo energico in cui Marie aveva reagito al torto subito dalla sua compagna. “The Dalles Chronicle” riferi’: “Con gli occhi fiammeggianti, è entrata nell’ufficio privato di Mr. Taylor, armata di un frustino, e ha chiesto soddisfazione. Egli ha affermato di ignorare la natura della richiesta e ha chiuso fuori l’intrusa, che era anche accompagnata da Miss Holcomb. Per circa un’ora, Miss Aquia [sic] ha camminato su e giù per la strada, incurante della presenza di un centinaio di persone che si godevano lo spettacolo e facevano ogni genere di osservazioni”.
In seguito all’episodio, Taylor denunciò Marie; ma ancora prima che l’ingiunzione le venisse consegnata, secondo il “Chronicle”, lei mise in atto la sua minaccia picchiando il reverendo in un locale pubblico e costringendolo alla fuga. Subito dopo, mentre Taylor cercava scampo all’aperto e lei lo inseguiva con il frustino in mano, fu arrestata dallo sceriffo. L’incriminazione per aggressione venne poi ritirata in seguito al pagamento di una cauzione di 250 dollari.
Informando sulla vicenda, il giornale “The Dalles Chronicle” insisteva sulla relazione tra le due donne: “Sono amiche di lunga data. C’è stato un ardente affetto tra loro sin da quando erano entrambe studentesse al Wellesley College… La loro

singolare infatuazione, si dice, è stata la causa della rottura quasi totale tra Miss Holcomb e la sua famiglia. Suo padre è notoriamente benestante, ma si è rifiutato di fornire una casa a Miss Aguia [sic], dietro sollecito di Miss Holcomb. Da allora esse sono state costantemente l’una in compagnia dell’altra, e si trovano a The Dalles da oltre un anno. Recentemente Miss Holcomb ha preso in affitto una fattoria dove entrambe vivono, molto ammirate per il loro coraggio. E’ evidente che tutte e due hanno una buona dose di tale qualità, sebbene la manifestazione di essa per la strada, oggi, non possa essere seriamente encomiata. Comunque lei [Equi] ne è uscita da regina, e le offerte di aiuto finanziario sono numerose”.
Un giornalista del “Times” intervistò le due donne nella loro fattoria, ubicata a circa tre chilometri a ovest della cittadina. Bess negò seccamente le chiacchiere di cattivi rapporti con la sua famiglia riportate dal “The Chronicle”. L’articolo aggiungeva: “Le signore non desiderano diventare oggetto di pubblica critica; ma, non avendo parenti maschi ad ovest delle Rocky Mountains, sono determinate a proteggersi da sole nel miglior modo possibile.

Sono signore nel senso più pieno del termine; e pretendono la considerazione che dovrebbero ricevere da ogni gentiluomo… Desiderano di essere lasciate in pace nella loro casa isolata… e resteranno nel futuro amiche indissolubili che niente può separare”. Il giornalista le descriveva “sistemate in modo molto confortevole nella loro accogliente casetta”, dove spiccava un tavolino “coperto da bei mazzi di fiori” mandati dai loro ammiratori in città. Fra gli omaggi, c’era anche un abito per sostituire quello di Marie strappato durante l’alterco con Taylor. E, quanto a lei, il reporter riferiva che “Miss Equia [sic] si è ripresa dalla sua agitazione, ed è di umore molto loquace”. In un breve ritratto, evocava “una brunetta, di forme sottili e di temperamento sanguigno”, malgrado la sua fragile salute, che “difende altrettanto prontamente la reputazione di un’amica come la propria”: “gioviale, è una incantevole conversatrice, ed il suo linguaggio denota un simpatico e preciso uso delle parole”.
La solidarietà della comunità locale nei confronti di queste due abitanti poco ortodosse, sottolineata da tutti i giornali, può sembrare strana, insieme all’atteggiamento clemente dello sceriffo: ma è spiegabile con il fatto che Marie Equi aveva agito a nome di molti una crescente ostilità verso il reverendo O.D. Taylor, il quale tre giorni dopo la sua flagellazione ad opera di Marie venne incriminato da un tribunale di Portland per corruzione e peculato ai danni della comunità in uno squallido affare immobiliare. La “lesbica giustiziera” era stata quindi particolarmente apprezzata, in un ruolo che diventerà una costante nella vita di Marie. Il giusto salario di Bess non venne rimborsato dalla direzione della scuola, ma gli abitanti di The Dalles fecero una colletta e regalarono la somma alle due donne.
Pochi anni dopo l’incidente, Marie e Bess si trasferirono a San Francisco, stanche della dimensione bucolica di “due cuori e una capanna”. Bess trovò di nuovo lavoro come insegnante e Marie si iscrisse all’università. Tornò poi a Portland per diventare la prima donna laureata in medicina all’University of Oregon Medical School, nel 1903.
All’inizio lavorò duramente nelle zone rurali dell’Oregon, spostandosi a cavallo per prestare assistenza medica agli Indiani e ai contadini.

Nel 1906 organizzò i soccorsi medici dopo il terremoto e l’incendio di San Francisco, mobilitando i volontari del suo stato: una iniziativa umanitaria per la quale le venne attribuito uno speciale riconoscimento dall’esercito degli Stati Uniti. Nello stesso anno assunse una giovane assistente medica, Harriet Speckart, con la quale cominciò un rapporto che durò per oltre vent’anni.
Per qualche anno Marie e Harriet abitarono in un albergo, il Nortonia Hotel, poi si trasferirono in varie case in affitto e in altre pensioni di Portland.

La ricca famiglia di Harriet, preoccupata della relazione, assunse un investigatore privato per indagare su Marie e cercò in tutti i modi di interromperla, minacciando di diseredare la ragazza. Harriet scelse di restare con Marie, condividendo lavoro e sacrifici. E anche rischi. Infatti, in quel periodo, le due compagne si impegnarono insieme a Ruth Coehn Barnett e a pochi altri medici progressisti nell’apertura di una clinica dove le donne povere potevano abortire in tutta sicurezza e gratuitamente. Aderirono inoltre al movimento di lotta delle lavoratrici, partecipando nel 1913 al picchettaggio della fabbrica Oregon Packing Co., e furono arrestate dalla polizia con le operaie. Marie, che stava curando una delle manifestanti colpita dalla brutalità degli agenti, venne a sua volta ferita da un poliziotto a cavallo, riportandone danni alla schiena. L’aggressione la spinse, da quel momento in poi, ad unirsi alla causa dell’anarchia e della lotta contro il capitalismo, aderendo all’organizzazione Industrial Workers of the World (IWW). Presto ne diventò una figura amata e rispettata.

Nel 1912, dopo una lunga campagna nel corso della quale vennero presentati cinque emendamenti costituzionali, le donne dell’Oregon conquistarono il diritto di voto e il diritto di far parte di una giuria. Marie Equi fu tra le prime a registrarsi per quest’ultimo diritto civile, insieme ad un gruppo di attiviste. Vari documenti fotografici testimoniano lo storico evento, che pose fine alla discriminazione denunciata dalla scrittrice Susan Glaspell (1882-1948) nel suo romanzo “ A Jury of Hers Peers”.

Nel 1916 Marie adottò una bambina e la allevò insieme ad Harriet. La piccola Mary adorava le sue due madri e le chiamava “ma” e “da”. Nello stesso anno Harriet sposò un membro dell’IWW, Tom Morgan, ma divorziò improvvisamente da lui due mesi dopo, adducendo “motivi di salute”. Probabilmente la decisione del matrimonio era legata alla preoccupazione per la crescita della bambina, ma con ogni evidenza il rimedio trovato si rivelò peggiore del problema. Nell’organizzazione dei lavoratori, il lesbismo di Marie non era un segreto per nessuno. Ma in quel periodo anche il Dipartimento di Giustizia Americano (attualmente FBI) cominciò ad interessarsi alla vita personale di Marie Equi, a causa delle sue opinioni anarchiche e della sua crescente radicalizzazione politica, che l’aveva resa una minaccia per molti esponenti dell’establishment.
Nello stesso 1916 aveva infatti aderito all’Unione Americana Contro il Militarismo e aveva partecipato a molte marce pacifiste; alla fine dell’anno venne di nuovo arrestata, questa volta insieme a Margaret Sanger, una nota sostenitrice del controllo delle nascite, con la quale collaborava strettamente, e che divenne una delle sue più intime amiche. E anche qualcosa di più. In una lettera del 20 ottobre 1916, Margaret le scriveva: “Mia dolce, dolce ragazza. Ti amo con un’estasi e una comprensione di spirito che solo tu mi hai dato con l’autentica luminosità e il fluire del tuo intelletto… le mie braccia sono intorno a te. Bacio la tua dolce bocca in resa assoluta”. Anni dopo, depositando questa lettera nel suo fondo librario allo Smith College, Margaret vi annotò a matita una descrizione di Marie: “Un’anima ribelle, generosa, coraggiosa, ma cosi’ radicale che era quasi una fuori casta. Catturava all’arrivo ogni donna conosciuta che venisse a Portland. La sua reputazione era di lesbica, ma per me era come un falco schiacciato per aver affrontato la tempesta e le intemperie, e che aveva bisogno di tenerezza e amore. Mi è sempre piaciuta Marie”.
Durante la manifestazione che portò all’arresto di entrambe, Marie sventolava uno striscione nel quale esortava gli uomini a non arruolarsi nell’esercito. Fu accusata di “sedizione” a norma dell’Espionage Act recentemente approvato, e che venne utilizzato anche contro molti altri che si opponevano al coinvolgimento americano in una delle più sanguinose guerre europee. La repressione delle proteste contro la guerra fu uno dei più violenti attacchi alla libertà civili negli Stati Uniti. Parecchi dissenzienti vennero deportati; i politici e gli uomini di potere chiamarono a collaborare alla repressione anche il Ku Klux Klan, nel ruolo di “vigilantes”. Il presidente Wilson, oppositore del movimento di liberazione delle donne, fu particolarmente spietato nei confronti delle femministe che osavano mettere i bastoni tra le ruote della sua macchina da guerra.
Il 31 dicembre 1918 Marie venne processata, dichiarata colpevole e condannata a tre anni di prigione da scontare nel carcere di San Quentin in California. La condanna di Equi per sedizione venne comminata in base all’Espionage Act, che proibiva “la critica al governo degli Stati Uniti, al suo esercito, alla sua bandiera, alla sua marina o alla sua uniforme”. Durante il processo, il pubblico ministero Barnett Goldstein presentò le prove del suo lesbismo nel tentativo di dipingerla come “moralmente corrotta”, definendola “una donna senza sesso”. Equi pretese le sue scuse, contestando anche il suo diritto di giudicarla. L’agente speciale William Bryon del dipartimento di giustizia, convocato a testimoniare, la chiamò “un’anarchica, una degenerata e un’abortista”. Mentre si trovava in prigione, la sua amica Ruth Cohen Barnett si prese cura dei suoi pazienti; Marie le chiese anche, nel primo natale passato in carcere, di comprare regali per le altre detenute e di spedirli a San Quentin.

Nel corso della sua detenzione, la sua corrispondenza personale venne letta e copiata dagli agenti del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Copie delle sue lettere si trovano ancora oggi nei fascicoli conservati dagli Archivi Nazionali di College Park, nel Maryland. Di particolare interesse per il Dipartimento di Giustizia, che se ne avvalse per le sue indagini persecutorie, furono gli sforzi fatti dalle amiche di Equi perché venisse amnistiata.
J. Edgar Hoover, che era assistente direttore dell’Ufficio di Investigazione, ne fece menzione ad un suo superiore in un rapporto datato 29 aprile 1921, osservando anche
Elizabeth Gurley Finn parla alla folla durante uno sciopero.


che Equi era “associata con Elizabeth Gurley Finn, Anita Whitney e Emma Goldman”, ed era “un’ abortista di professione”. Mentre Marie si trovava in carcere, il suo avvocato C.E.S. Wood ricorse in appello e cercò invano di farla prosciogliere dalle accuse richiamandosi al quinto emendamento della costituzione americana ed accusando esplicitamente il governo di tirannia, ma riusci’ soltanto a fare abbreviare la sua pena con un condono.
Le lettere dal carcere di Marie a Harriet rivelano tutta la sua ansia per la separazione da lei e da sua figlia. Harriet si era trasferita con la bambina a Seaside, nell’Oregon, dove continuarono a vivere, per la stabilità della piccola, anche dopo che Marie venne rilasciata in libertà vigilata. Harriet mori’ il 15 maggio 1927 e la giovane Mary Equi tornò a vivere con la sua “da” (come chiamava Marie) a Portland, nella loro casa al 1423 SW Hall Street. La sua “altra madre” sicuramente la ispirò dal punto di vista del coraggio e dell’indipendenza, perché Mary, a sedici anni, fu la donna più giovane ad attraversare in volo, da sola, il Pacifico nord-occidentale.
Dal 1928 al 1936, Marie visse con Elizabeth Gurley Finn (1890 – 1962), indipendentista irlandese e militante comunista dell’IWW. Marie la curò, risanandola completamente, dai postumi di un attacco di cuore che Elizabeth aveva avuto durante

la campagna per la difesa degli anarchici Sacco e Vanzetti. Elizabeth, animatrice dell’IWW sin dal 1905, aveva organizzato scioperi imponenti come quello “del pane e delle rose” del 1912 per la riduzione dell’orario di lavoro. Per lei, soprannominata “la ragazza ribelle” (cosi’ è intitolata anche una sua autobiografia), erano state scritte anche varie canzoni. Nel 1920 aveva fondato, soprattutto a sostegno degli immigrati, l’Unione Americana per le Libertà civili (ACLU), ed era una convinta internazionalista. Il suo rapporto con Marie era quello, di profonda solidarietà, tra due combattenti irriducibili, come entrambe furono fino a tarda età. Ma Elizabeth, senza il fondamentale e quotidiano aiuto di Marie in quegli anni, non avrebbe potuto proseguire il suo impegno.
Nel 1934 Equi contribui’ ad organizzare, anche economicamente, lo sciopero degli scaricatori di porto, e continuò il suo lavoro antagonista nonostante le intimidazioni e il controllo che venivano esercitati su di lei. La sua esistenza personale, infatti, venne spiata dagli investigatori del dipartimento di giustizia americano (attualmente FBI) per tutta la vita; nei suoi ultimi anni, Marie ricordava come lei e sua madre venivano incessantemente pedinate nelle strade di Portland.

I suoi amori lesbici erano anch’essi noti agli investigatori, che sapevano tutto dei suoi rapporti con l’irlandese indipendentista Kathleen O’Brennan e con altre. Marie Equi mori’ il 13 luglio 1952, ottantenne, nel Fairlawn Hospital di Portland.
Equi fu apertamente lesbica durante tutta la sua vita, ma dopo la sua morte prevalse il silenzio sul suo lesbismo, che venne “cancellato dalla storia” finchè nel 1983 Nancy Krieger, ricercatrice dell’Università di Washington, scopri’ negli Archivi Nazionali documenti che comprovavano la sua relazione con Harriet Speckart e ricostrui’ l’intera vicenda della “regina dei bolscevichi”. Il suo lavoro ha contribuito a restituire a Marie l’interezza della sua personalità, iscrivendola in piena luce nella storia lesbica e contrastando il negazionismo patriarcale.

C’è inoltre un altro aspetto che è importante sottolineare.
E’ paradossale e insieme significativo che siano soprattutto i “rapporti segreti” dell’FBI a fare emergere una realtà di connessione profonda tra donne in lotta, in una vicenda epocale che è stata trasmessa dalla storiografia dominante quasi come una storia di poche “eroine” isolate, e che invece ad una esplorazione più accurata si rivela essere una “tutt’altra storia”.
Judith Schwarz, che ha attentamente studiato il gruppo femminista radicale di New York dell’ “Heterodoxy”, attivo dal 1912 al 1940 e fondato da Marie Jenney Howe (1871-1934), scrive: “Non avevo capito che tante donne, fortemente impegnate nella politica durante la storia americana dell’inizio del ventesimo secolo, non soltanto si conoscevano l’una con l’altra, ma si erano frequentate intimamente per anni. Discutevano sui temi in cui erano impegnate, pensavano insieme, e imparavano molto dalle reciproche esperienze personali e politiche.

Invece, nella mia precedente lettura della storia delle donne americane, ero stata indotta a considerare ogni singola donna come se lavorasse nell’isolamento dalla maggior parte delle altre donne, come se fosse la prima nel suo campo, oppure coinvolta in movimenti politici o lotte fuori dal movimento per il suffragio. L’accento, nei libri che avevo letto, sembrava essere sugli uomini con i quali avevano interagito, non sulle donne che le avevano sostenute o influenzate” (op.cit., prefazione, pag.II). A New York come altrove, si trattava di un movimento inter-razziale, inter-generazionale e multiculturale, che comprendeva donne ebree, irlandesi, afro-americane, donne di varie età, classe, etnia, sessualità, educazione, sia lesbiche che eterosessuali “non ortodosse”. A questo movimento, i cui aspetti rivoluzionari ancora oggi appaiono estremamente attuali, Marie Equi appartenne con lo slancio di una utopia che con la sua vita ha contribuito a realizzare.

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BIBLIOGRAFIA

– Sandy Polishuk, “The Radicalization of Marie Equi”, 1971, manoscritto inedito conservato presso la Oregon Historical Society.
– Nancy Krieger, “Queen of the Bolsheviks: The Hidden History of Dr. Marie Equi”, in “Radical America”, vol. 17:5, 1983.
– Judith Schwartz, “Radical Feminists of Heterodoxy – Greenwich Village 1912-1940”, New Victoria Publishers, Norwich 1986.
– Ellen Cheslen, “Woman of Valor: Margaret Sanger and the Birth Control Movement in America”, Simon & Schuster 1992.
– Tom Cook, “Radical Politics, Radical Love: The Life of Dr. Marie Equi”, in “Northwest Gay and Lesbian Historian”, vol.1, n.3 e 4, 1997.