Rosanna Fiocchetto, 2002. “Nicole Brossard”
“Nicole Brossard: Parole per rinascere. Intervista di Rosanna Fiocchetto a Nicole Brossard”, Tuttestorie n.1 (dic) 1990. Da Fuorispazio.net, qui ripubblicato esattamente come ancora reperibile nel webarchive.
Successivamente, sul sito Fuoricampo.net anche:
– “L’indroduzione” di Rosanna Fiocchetto e “l’intervento di Nicole Brossard” durante l’incontro organizzato dal CLI al Centro Femminista Separatista di Roma il 3 maggio 1990 (http://www.fuoricampo.net/brossard/bros_fioc1.html)
Vedi anche:
– Recensione dell’ultimo suo libro uscito in Italia: Deserto Malva, Bari: WIP edizioni, 2011, pp. 206 (http://www.raccontopostmoderno.com/2012/02/nicole-brossard%E2%80%93deserto-malva)
- Nel LesWiki, il suo romanzo: La lettera aerea
MADRI DEL NOSTRO TEMPO: NICOLE BROSSARD
di Rosanna Fiocchetto
“Faccio una distinzione fra il tempo patriarcale, tic tac tic tac, dalle nove alle cinque, il tempo che io chiamo ‘ordinato’, e il tempo che ci appartiene, quello ‘di marea’, legato alla luna, alle stelle, al mare, al nostro vero ritmo” (Mary Daly intervistata da Michèle Causse, in “Vlasta” n.3, inverno 1984)
“L’origine non è la madre, ma il senso che io do alle parole, e all’origine io sono una donna” (Nicole Brossard, “La lettera aerea”, 1985)
Essendo visceralmente d’accordo con Mary Daly, mi riferisco ad un concetto di tempo estremamente “disordinato”, ciclico e metapatriarcale. E anche ad un concetto di “madri” in sintonia con questo tempo: donne che hanno creato se stesse e un proprio libero pensiero partenogenetico, trasmettendoci questa creazione perché noi potessimo iscriverla nella nostra genealogia spirituale.
Amo queste donne sapendo perché le amo. Parlano come donne, smascherando così la pretesa maschile di universalità e la menzogna della neutralità -che, entrambe, rendono le donne invisibili. Mettono al centro della loro ricerca, del loro discorso, se stesse e le altre donne, sfrattando dalla scena semantica il soggetto fallico. Demistificano il fondamentalismo eterosessuale, presupposto ideologico che pervade e limita la cultura come la società civile. Non hanno paura di essere diverse, né di venire disapprovate dalla cultura degli Ufficiali; anzi, ne sono orgogliose. Hanno vite differenti, hanno differenti colori. Amano essere ciò che sono diventate: le artefici di sé. La loro aspirazione è l’autenticità, non quell’approssimazione che è la verità. Possiedono memoria, lucidità, coraggio, fierezza, fantasia.
Non riesco a pensare a loro unicamente come madri. Le sento anche e soprattutto sorelle, amiche, compagne di percorso. Comunque contemporanee. Nella dimensione così relativa del “tempo di marea”, Christine de Pizan mi è altrettanto vicina di Adrienne Rich. E poiché detesto le categorie e non pratico separazioni fra poesia, prosa, filosofia, arte, musica, teoria, scienza oppure la semplice azione, i doni inventivi di Emily Dickinson, di Simone de Beauvoir, della trovatora Bieiris de Romans, di Georgia O’ Keefe, di Saffo, di Ethel Smyth, di Barbara McClintock, di Monique Wittig, di Audre Lorde, di Virginia Woolf o di Alik Dobkin mi arrivano allo stesso modo, sulle stesse onde cerebrali, accendendomi la mente di scintille e di illuminazioni.
Conoscere e far conoscere ciascuna di loro è un viaggio, un’avventura dello spirito.Il viaggio di questa fase lunare riguarda Nicole Brossard, scrittrice del Québec che negli anni Settanta-Ottanta ha assunto la statura di una delle più interessanti protagoniste della letteratura femminista.
Nata a Montréal il 27 novembre 1943, Nicole ci esorta con grande e versatile energia allo “sforzo di immaginazione” che noi, donne, “dobbiamo fare per capire, articolare e rivelare l’immagine essenziale che desideriamo per noi stesse come una presenza nel mondo”. Lei, per farlo, ha pubblicato oltre venti libri di poesia, nove romanzi (da “French Kiss” a “Le Desert Mauve”), test teatrali e radiofonici, numerosi saggi. Ha fondato e diretto tre riviste e una casa editrice, tenuto lezioni universitarie e conferenze, girato film.
Nelle sue opere ad alta tensione sperimentale, cancella i confini tra i generi tradizionali con la tecnica della “fiction théorique” che fonde poesia, romanzo, filosofia, autobiografia, immagini. Fortemente ispirata da Gertrude Stein, Djuna Barnes e Clarice Lispector, ne riprende il lavoro sul linguaggio con “la pazienza e l’ardore che dobbiamo senza posa rinnovare per attraversare l’opaca città dei padri, sempre restando sulla corda tesa, a mantenere l’equilibrio, esposte al rischio del vuoto perché lavoriamo senza rete”. All’intensa passione politica per le donne unisce coerentemente la passione per “il corpo della scrittura” e per “la magia delle parole” vissuta come gioco sovversivo: “Una scrittura che pretende di dire senza tremare, senza scherzare, senza giocare, senza far esplodere la lingua, non può che ripetere l’ideologia dominante, o al meglio proporre qualche variante a questa ideologia. È proprio delle ideologie non rimettersi in questione.Le ideologie sono come poesie estinte”.
Fondamentale per la conoscenza de pensiero di Nicole Brossard è “La lettera aerea” (1985; traduzione italiana di Luisa Muraro e Cristiana Fischer, estro, Firenze, 1990), raccolta di saggi scritti in un periodo di dieci anni. Louise H. Forsyth la definisce “la missiva di una militante culturale urbana la cui radicale rivolta ha aperto spazi per lei stessa e per le altre donne in rivolta, l’ha portata ad impegnarsi in una lotta, a conoscere a fondo la rabbia, a scoprire un meraviglioso entusiasmo”. E sottolinea: “la fonte di energia della lettera sta nella sintesi tra forte emozione e pensiero irresistibile -l’emozione del pensiero, il pensiero dell’emozione”.
In uno dei saggi Brossard pone in modo chiarissimo la questione dell’ “accesso alla scrittura”: “Occorre per scrivere essere soggetto in movimento e in ricerca. Per scrivere occorre prima appartenersi… So che la scrittura è memoria, potere di presenza e di proposta… So che scrivere è farsi esistere, è come decidere di quello che esiste e di quello che non esiste, è come decidere della realtà”. Dunque “rendere visibile la Donna della quale intuiamo il senso e la presenza in noi come un motivo di identità è un compito di scrittura che ci obbliga a scivolamenti di senso ancora inediti nell’immaginario della lingua”.
Per questo, l’amazzone e la lesbica sono “figure essenziali, portatrici della fierezza delle donne, iniziatrici dell’autonomia delle donne e soprattutto figure animate dalla presenza di spirito delle donne. Amazzoni e lesbiche sono le sole donne a non essere state inventate dall’Uomo. In questo, sono figure utopiche e maledette. Figure cui l’accesso è interdetto, proprio come la scrittura”.
Poche autrici hanno reso manifesta come Nicole Brossard la presenza lesbica nell’ordine del reale e del simbolico, sfidando in modo così radicale i nostri stessi limiti. Lasciatemi dunque concludere questo breve viaggio con il piacere di una sua lunga citazione da “Lesbiche di scrittura” che, nell’attuale clima di normalizzazione globalizzante, continua a conservare per me il fascino e il valore di una stella polare:
“Scrivere, per una lesbica, è imparare a togliere i posters patriarcali dalla stanza. È imparare a vivere un po’ di tempo con i muri bianchi. È imparare a non aver paura dei fantasmi che prendono il colore del muro bianco… Credo che l’amore folle tra due donne è talmente inconcepibile per lo spirito che per parlarne o per scrivere quello in tutte le sue dimensioni, occorre quasi ripensare il mondo per capire quello che ci succede. E non possiamo ripensare il mondo che con parole. Quindi l’amore lesbico mi sembra essere intrinsecamente un amore che supera largamente la cornice dell’amore. Quello che c’è in noi e che ci supera, ecco uno degli enigmi che riguardano la scrittura, la finzione e soprattutto la poesia. Detto questo, mi sembra che per andare incontro a quelle che sono, le lesbiche hanno contemporaneamente bisogno di un letto, di un tavolo da lavoro e di un libro. Un libro che dobbiamo leggere e scrivere nello stesso tempo… Il libro è bianco, la prefazione fa sognare. So che le lesbiche non guardano il soffitto quando fanno l’amore, ma un giorno io ho guardato e mi è apparso il più bell’affresco che mi sia stato dato di vedere, a memoria di donna, parola d’onore di lesbica, era un affresco assolutamente reale alla cui base era scritto: una lesbica che non reinventa il mondo è una lesbica in via di sparizione”.
Testi di e su Nicole Brossard pubblicati in italiano:
-Nicole Brossard, “La lettera aerea”, Estro, Firenze 1990. Traduzione di Luisa Muraro e Cristiana Fischer. Contiene il saggio critico di Louise H. Forsyth “Errante e in volo nella città”.
-Rosanna Fiocchetto, “Scrittura e desiderio -Incontro con Nicole Brossard”, edizioni CLI, Roma 1990. Contiene anche la traduzione italiana (di Rina Macrelli) del poema “Sotto la lingua”.
-Rosanna Fiocchetto, “Nicole Brossard: parole per rinascere”, intervista in “Tuttestorie” n.1,dicembre 1990.
-Nicole Brossard, “Le Amanti”, Autoproduzioni delle Lesbacce incolte, Bologna, 1997. Traduzione di Ana Cuenca.
Nel LesWiki:
Nicole Brossard, 1990. La lettera aerea. Firenze: Estro, pp. 159.
Nicole Brossard
E’ nata il 27 novembre 1943 a Montreal (Canada) è una poeta e scrittrice franco-canadese e vive a Outremont (un quartiere di Montreal). Pubblica il suo primo libro a 22 anni; dal 1975, dopo aver partecipato a un incontro di donne scrittrici è impegnata nel femminismo; fonda il giornale Les têtes de pioches e scrive il testo teatrale Le nef des sorcières. Nel 1982 apre una casa editrice: L’Intégrale.
Il 10 giugno 2005 a Bologna, Fuoricampo Lesbian Group in collaborazione con l’Associazione Orlando – Biblioteca Italiana delle Donne, ha organizzato l’incontro: Scrittura lesbica: strategia di segni. Incontro con la saggista, poeta, scrittrice Nicole Brossard. All’epoca in Italia erano stati tradotti solo due dei suoi libri: La lettera aerea, 1990, una raccolta di dodici testi scritti nell’arco di dieci anni, tradotto da Luisa Muraro, a cura di Liana Borghi e Rosanna Fiocchetto per la casa editrice Estro di Firenze; Amantes, tradotto da Ana Cuenca per le edizioni Lesbacce Incolte di Bologna. Come ospite della comunità lesbica italiana, Brossard mancava dal 1990, anno in cui, in occasione della pubblicazione in italiano della “Lettera aerea“, la casa editrice Estro insieme all’associazione Amando(r)la l’aveva invitata a Firenze e il C.L.I. a Roma. Da quell’incontro era nato l’opuscolo “Scrittura e desiderio”.