Tutti i modi di dire lesbica in italiano
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Nerina Milletti, 1996. “Tribadi & socie:la sessualità femminile non conforme nei termini e nelle definizioni”. In: Rivista di Scienze Sessuologiche, 9(1-2): 19-36. Corretto e aggiornato successivamente
QUEER
Molto recente è “queer”, parola inglese che originariamente significava strana, eccentrica, assurda, poi dispregiativa per omosessuale, ed infine entrata negli anni ’90 nel linguaggio politico di chi non si sente “gay” (felice), bensì arrabbiata o disgustata e sceglie questa parola, sentendo inadeguate altre definizioni, pur rivendicando una sua diversità (azione versus assimilazione) (1) .
Paolo Cappello, 1962. “La grande purga anti-‘queers’, in Lo Specchio, anno V, n. 48, 2 dicembre 1962, pp. 39-41, sembra essere uno dei primi ad usare “queer” in Italia nel senso – autentico – di insulto. Tratta del caso John Vassall, condannato per spionaggio e scoperto essere uno dei 2.500.000 “esteti” ufficialmente stimati (???) in Gran Bretagna, dove quindi 1 su 20 uomini sarebbe “queer” nonostante l’omosessualità fosse illegale. Parla anche di Rudolf Nureiev e tra l’altro di una ipotetica “brigata mauve”.
Successivamente, solo chi ha consuetudine con la lingua inglese, come Mario Mieli, usa “queer” nel senso originale:
…lo rivede intento a distribuire uvetta e sorrisi agli astanti, vestito di coperte, così come se lo ricorda inneggiare con le groupies ai concerti di musica rock o fare il suo ingresso quasi etereo tra i gay multicolori e mondani che affollano la Chiesa di Tuttti i Santi, là dove si tenevano i meeting del Fronte di Liberazione. In mezzo al via vai delle folles, quell’esile messia ascoltava le concioni e i baibecchi, serio ed assente – pareva – ma sempre pronto a elargire a chiunque un po’ dei suoi pinoli e una manciata di uva passa. Salvo, al pari di tutti, se ne lavava le mani dandolo per pazzo; non osava riflettere sulle sue affermazioni – malgrado fossero molto più queer di quelle degli alri… – e tanto meno immedesimarsi in lui. Sorvolava, ritoccandosi le labbra con l’amaranto.
Mario Mieli, “Il ‘divino’ androgino”, Lambda, anno IV, n. 22, estate 1979, p. 18. Cortesia Archivio Luca Locati Luciani.
Negli USA ovviamente da molto prima, ad esempio in Brevities: America’s First National Tabloid Weekly, “Fag Balls Exposed” vol. 4, n.10, 14 marzo 1932, si parla di “queer men and women”. L’uso di “queer” è confermato anche in vol. 6, n. 6, 4 luglio 1932, con l’articolo: “Queers seek succor!” (https://willstraw.com/united-states-broadway-brevities-1930-1935/brevities-1932-07-04).
Le copertine dei numeri di Brevities di possibile interesse per termini come: “sapphic”, “third sex”, “sissie”, “pansy”, “gay”, “queen” si trovano a questa pagina: https://willstraw.com/united-states-broadway-brevities-1930-1935/
Il termine ha numerose accezioni:
“Il termine queer può anche essere utilizzato per indicare un diverso tipo di identità che è auto-identitaria, come, per esempio, viene utilizzata nel caso di alcune mobilitazioni organizzate dal collettivo Queer Nation. Ovviando le critiche post-strutturaliste riguardanti le categorie identitarie, in questo contesto, la parola queer serve più come uno slogan che come termine teorico. È utilizzato come un modo per distinguere le lesbiche e i gay “vecchio stile” da quelli del “nuovo stile”, però questa distinzione può essere palesata non tanto storicamente come variazione nella concezione della formazione dell’identità, ma esteticamente: corpi pieni di piercing, tatuaggi, abiti e capigliature stravaganti e sgargianti (López Penedo, 2008). Queer può anche essere usato per descrivere una posizione temporanea, la cui caratteristica non è l’identità stessa, ma un posizionamento antinormativo riguardo alla sessualità. Così, queer potrebbe escludere le lesbiche e i gay la cui identificazione con la comunità e l’identità rimarca una legittimazione relativamente recente, però include tutti coloro la cui identità sessuale non è considerata normale. Il termine queer può essere utilizzato anche in un senso più generico: come differenza perversa. Queer in questo senso cerca di essere una sorta di pluralismo sessuale postmoderno, o una sfida radicale e costruzionista alle politiche identitarie”. Francesco Ghera, Queer e narrativa italiana. Genealogie, impegno politico e linee letterarie. Tesi di dottorato, Università degli studi di Sassari, luglio 2017.
1 Cherry Smith, 1990. Lesbians Talk Queer Notions. London: Scarlet Press.