1982, Mariella Bettarini – Poesie

 Mariella Bettarini, 1982. Il viaggio/Il corpo, Torino: L’Arzanà

 

Alcune delle poesie riportate qui sotto sono raccolte nell’antologia Tre Lustri e oltre (2° parte) che si trova allo http://www.mariellabettarini.it insieme ad altri materiali. E’ consigliabile leggerle su quel file di testo per l’impossibilità qui di rendere in modo preciso l’impostazione tipografica.

 

 

Lussuria non è lusso

lussuria non è lusso
mie
pavoncelle
limoni in vasi
e voi dolci sorelle di spini e amori
agri alti dolori di piume e penne
il romorio che venne
che venne (o che andò) a me
è un settembre da re
e liquidi ed ardori
e celesti sopori e pareti e zampette
lei che miele mi mette
e la luna
che gira e dopo l’ira
e la pancia e la testa
come tenermi desta?
e gli alberi e la storia e lumache
dentro questa memoria
e il Duemila che viene con le stragi
e le mie vene
con le loro braci
e questo e quello e il resto
che sarà
non so stare a metà
non so stare nel poco
accendi tu
lo mio languente foco
e poi siamo bambine
lasciamoci vedere con le trine
e poi siamo guerrieri
vestiamo le armature di ieri
guerrieri
senza sangue nè guerra
abbattiamo la serra
guerrieri e amanti
spezzeremo i giganti
noi sole siamo un mondo
noi col nostro rotondo
progetto utopico
col nostro armonico
abitare la Terra
rispecchiare chi erra
leggere e fare
proseguire ad amare
agitare i vulcani
ridere
e lacrimare forte forte
per questo mondo sempre messo a morte
parlare ed essere
tenere il filo che si deve tessere

Il viaggio/Il corpo
I

nocchiero o nauta
(alberi esplosi — io
implosa)
amica mia
io implosa
ho i rombi nella testa

II

balzo (guizzo) — coda
di delfino
mio processo
estrattivo
babele mio
si bruciano gli abeti
col nostro fuoco

IV

albero-nave
albero-terra
albero che m’investe
albero che si veste
moto
im-mobile
il mio corpo remoto
aderire — irretire
la mia polpa mentale
i vostri corpi
alberi
smorti
le ginocchia slogate
ammal(i)ante l’amore
una sola
la foglia con due facce
(la foglia dell’olivo)
se vento batte
giocano le due facce
a nascondino

VI

l’amicizia amica
dell’amore
ed il corpo
del cuore
e la carne
della parola

Firenze – Artimino
I

voragine/vertigine
(alimento/elemento)
una macchina da
poesia
tu e la pieve romanica
(ho squarci nella testa)

II

riverberano te
(ti contengono) collana/specchio
chiocciole
devianza del corso
di un certo fiume
lontananza

III

Artimino sì — Artimino bella
che si sale e ti mostro mentre che spiova pare
invece sono solo i nostri occhi
invece
sono solo vigne chiare e alberi d’ottobre
ed erbe e ciocchi e una torre
che pare che si tocchi

IV

allieva di me stessa
io
antica allieva (apostata)
d’un cattolico dio
credo solo al romanico rosone
a fasi che son fedi
alla coscienza all’intelletto al cuore

V

ai fiati nostri
a noi luoghi
di guerra — alla terra
alla sorte
a un approdare
con i ciclamini
alle erbe
ai bambini

 

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