0170, Pausania – Leucippo e Dafne

Pausania il Periegeta (110–180 d.C.), Hellàdos Perieghésis. Qui la Descrizione della Grecia di Pausania. Nuovamente dal testo greco tradotta da A. Nibby. Vol. III. Roma: Vincenzo Poggioli Stampatore, 1817, p. 131

[div class=”doc” class2=”typo-icon”]Scrittore greco, Pausania fu autore della “Periegesi della Grecia” (Περιήγησις τῆς ῾Ελλάδος), un trattato storico geografico in dieci libri, giuntoci integro e pubblicato fra il 160 e il 177 d. C. Per periegesi s’intende quel filone storiografico, soprattutto di epoca ellenistica, che, intorno a un itinerario geografico, raccoglie notizie storiche su popoli, persone e località. Vedi: http://www.archeoguida.it/004838_pausania-il-periegeta.html

Quello che riportiamo Fa parte di quei miti e racconti in cui se un uomo riesce a fare innamorare di sè l’amata è solo perchè lei lo crede una donna; qui è Leucippo che finge di essere una ragazza per conquistare Dafne riuscendo a portarla ad una “forte amicizia” (NB: Questa traduzione, che in copertina ha la scritta “Con approvazione”, è “approvata” ed “epurata”)
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Libro Ottavo [Arcadia], Capo ventesimo
2. Talascio ciò che di Dafne raccontano coloro i quali abitano in Siria sull’Oronte: si dicono però queste altre cose ancora dagli Arcadi e dagli Eléi. Di Oenomao, il quale dominò in Pisa, era figlio Leucippo. Costui acceso d’amore per Dafne, siccome credeva che se si fosse mostrato suo pretendente non l’avrebbe giammai in moglie avuta sendo che essa fuggiva gli uomini, perciò gli venne in mente questa astuzia. Egli nudriva la chioma all’Alfèo; sendosela adunque come una vergine intrecciata, vestitosi di una veste da donna ne andò a Dafne. Pervenutovi le disse che era figlia di Oenomao e che insieme con Dafne voleva uscire alla caccia. E come colui che una vergine era creduto, e le altre donzelle per la dignità del linguaggio e la sua intelligenza nella caccia superava, ed inoltre usava molta cortesia verso di lei, portò Dafne ad una forte amicizia. Quelli, che cantano l’amore di Apollo verso di lei soggiungono che il Dio invidiasse a Leucippo la sua fortuna nell’amore: laonde Dafne e le altre vergini bramarono subito di nuotare nel Ladone e spogliarono Leucippo contro sua voglia: e vedendo che non era una donzella, ferensolo cogli strali e co’ pugnali lo uccisero. Così narrano queste cose.


La stessa storia: Dafne prima è insidiata da Leucippo e poi da Apollo, per sfuggire al quale Dafne implora Zeus, che trasforma lei in una pianta, è nelle Metamorfosi di Ovidio e ripresa più volte.  Secondo l’elenco compilato da Elisa Saviani, allo http://www.iconos.it/index.php?id=181, lo troviamo in

Fonti classiche:

sec. I a.C., Partenio di Nicea, Amori infelici, XV, Dafne
sec. I o II d.C., Hyginus, Fabulae, 203, Dafne
Luciano (120-180 d.C.), Dialoghi, 15 (17), Ermete e Apollo
Luciano (120-180 d.C.), Dialoghi, 16 (18), Era e Latona
Luciano (120-180 d.C.), Dialoghi, 26, 8, Storia vera
160-177 d.C. circa, Pausania, Graeciae Descriptio, VIII, 20, 1-4
sec. IV-V d.C., Servio, Commentarii in Vergilii Aeneida, II, 513
sec. IV-V d.C., Servio, Commentarii in Vergilii Aeneida, III, 91
sec. V d.C., Nonno di Panopolis, Dionysiaca, XV, 300-302, 308-311
sec. V d.C., Nonno di Panopolis, Dionysiaca, XLII, 387-390
inizio VI sec. d.C., Fabio Fulgenzio Planciade, Mythologiae, I, XIV, Fabula de Lauro
Mythographus Vaticanus I, (ed. G. H. Bode, Cellis 1834), II, 116, Apollo et Dafne, seu laurus

Fonti medioevali:

Mythographus Vaticanus II (ed. G. H. Bode, Cellis 1834), 23, Apollinis laurus
Mythographus Vaticanus III (ed. G. H. Bode, Cellis 1834), 8, Apollo, 4 (pp. 201-202)
Arnolfo d’Orleans, Allegoriae super Ovidii Metamorphosen (1175 circa), I, 9
sec. XII, Giovanni di Garlandia, Integumenta Ovidii, I, 93-96
1322-1323 circa, Giovanni del Virgilio, Allegorie Librorum Ovidii Metamorphoseos, I, 9
1342-1350 circa, Petrus Berchorius, Ovidius Moralizatus, I, VII
1342-1350 circa, Petrus Berchorius, Ovidius Moralizatus, I, VIII
1342-1350 circa, Petrus Berchorius, Ovidius Moralizatus, I, IX
1363-1372 circa, Boccaccio, Genealogia Deorum Gentilium, VII, cap. XXIX, Dane, Penei filia

Fonti rinascimentali:

Nicolò degli Agostini, Ovidio Metamorphoseos in verso vulgar, Venezia 1522, I, ff. B-Bii, De Phebo e Daphne
Leone Ebreo, Dialoghi d’amore, Roma, M. Lenzi, 1535, II, 57
Ludovico Dolce, Le Trasformationi, Venezia 1553, canto II, ff. Bii-Biii
Giovanni Andrea dell’Anguillara, Le Metamorfosi di Ovidio, Venezia 1563, I, ff. Avii-Aviii-B
Natale Conti, Mythologiae, Venezia 1568, X, ff. 110-111
Vincenzo Cartari, Le Imagini de i Dei de gli Antichi, Lione, B. Honorat, 1581

Mito assai presente nell’iconografia, vedi-  sempre a cura di Elisa Saviani  – le immagini relative alla pagina
http://www.iconos.it/index.php?id=185

 

Qui riportiamo la versione di:
Partenio di Nicea (I secolo a.C.), Erotica Pathemata (Amori infelici), XV
http://www.iconos.it/index.php?id=182

Dafne

[La storia si trova nelle Elegie di Diodoro Elaita e nel XV libro di Filarco]

Intorno a Dafne, figlia di Amicla, si raccontano questi fatti. Lei non andava mai in città né si accompagnava con le altre vergini ma, equipaggiata di tutto punto, con molti cani partecipava a cacce in Laconia, spingendosi fino agli alti monti del Peloponneso: per questo motivo era molto cara ad Artemide che le consentiva di avere sempre la mira giusta. S’invaghì di lei, mentre vagava nel territorio di Elis, Leucippo, figlio di Enomao, e senza ricorrere a qualche altro espediente, si abbigliò con vesti femminili e, simile a una fanciulla, andava a caccia con lei. E siccome le piaceva, Dafne non lo lasciava mai, gli stava sempre attorno e lo abbracciava in continuazione. Apollo, pure lui infiammato dal desiderio per la fanciulla, era preso dall’ira e dall’invidia per la familiarità di Leucippo con Dafne e insinuò allora nella mente della ragazza l’idea di andare con le altre vergini a lavarsi alla fonte. Giunte lì, si svestirono, e vedendo che Leucippo non voleva farlo, gli strapparono di dosso le vesti: resesi allora conto dell’inganno e di quello che lui ordiva, scagliarono tutte insieme le aste contro di lui. Leucippo però per volere degli dei scomparve e Dafne, vedendo Apollo che avanzava verso di lei, fuggì di corsa; e siccome il dio la inseguiva, pregò Zeus di strapparla dagli esseri umani, e così dicono che sia diventata quell’albero che da lei ha preso il nome di dafne.

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