Simon Karlinsky, (1976) 1986. «Omosessualità nella letteratura e nella storia russa dall’undicesimo al ventesimo secolo». Traduzione di Aldo Giglio e Sergio Trombetta, Sodoma, n. 2 (primavera/estate), pp.
Il saggio era apparso in inglese su Gay Sunshine, 1976. Anche online sul sito della Fondazione Penna allo http://www.fondazionesandropenna.it/SodomaTre/304SIMONKARLINSKY.pdf
Nello stesso articolo l’autore nomina anche le poete: Sofja Parnok, Anna Achmatova; Marina Tsvetaeva; Zinaida Gippius; e anche: Caterina II (la Grande), Nadezhda Durova; Anna Evrenjova. Cita anche la novella di Dostoevskij Netocka Nezvanova e la commedia di Nikolaj Minskij, Alma, 1900, dove uno dei personaggi è una lesbica
Vjaceslav Ivanov e Lidja Zinoveva-Annibal
[…] Nel 1893, a Roma, Ivanov conobbe Lidija Zinoveva-Annibal. L’incontro, Ivanov scrisse piú tardi fu «come un temporale primaverile dionisiaco, dopo il quale tutto in me si era rinnovato ed era rifiorito».
Figlia di un’agiata ed aristocratica famiglia di Pietroburgo, Lidija era una ribelle nata. Testarda e sregolata, fu mandata dai genitori in un collegio femminile in Germania dove scoprí le sue tendenze lesbiche. Quando una ragazza che sedusse fu espulsa dalla scuola, mentre a lei, la seduttrice, fu consentito di rimanere grazie alla ricchezza dei suoi genitori, un forte senso di ingiustizia sociale si fece strada nella sua coscienza.
Per sottrarsi alla tutela dei genitori, sposò un insegnante privato che essi avevano assunto per lei. Il matrimonio le diede una certa indipendenza economica e le permise di impegnarsi nel lavoro rivoluzionario, unendosi al partito socialista-rivoluzionario del quale il marito faceva parte. Dopo tre figli e parecchi anni di lavoro di cospirazione, la Zinoveva-Annibal giunse alla conclusione che l’ideale rivoluzionario del marito era un inganno, che lui l’aveva sposata per i suoi soldi e che inoltre manteneva delle amanti. Lo ricambiò lasciandolo, portandosi i bambini in Italia e intrattenendo contemporaneamente parecchie relazioni lesbiche.
L’incontro con Ivanov in Italia sembrò una unione predestinata di due menti affini. Si liberarono l’un l’altro dei residui di dogmatismo e di puritanesimo, incoraggiarono la propria omosessualità e ognuno aiutò l’altro a diventare letterato. Ivanov scriveva versi sin dalla fanciullezza, ma fu dopo l’incontro con Zinoveva-Annibal che diventò poeta vero. Da parte sua ella scoprí dentro sé una grande quantità di capacità nuove, incluso il talento letterario. Ci vollero quasi sei anni perché riuscissero a procurarsi i rispettivi divorzi. Si sposarono nel 1899.
[…] Zinoveva-Annibal fece il suo debutto in letteratura nel 1904 con una commedia intitolata Anelli che causò una grande sensazione (non sono stato tuttavia in grado di trovare una copia di questa commedia). Nei primi anni del secolo i due scrittori si stabilirono a Pietroburgo in una casa conosciuta come La Torre. Il loro appartamento diventò un autorevole salotto letterario. Un piano della stessa caso era occupato da Michaíl Kuzmin, non ancora poeta in quel tempo (studiava musica, sperando di diventare compositore).
[…] Zínoveva-Annibal ebbe relazioni omosessuali durante il suo matrimonio con Ivanov. Sotto l’influenza di Kuzmin, e con l’incoraggiamento della moglie, Ivanov si innamorò del giovane poeta Sergej Gorodetskij (piú tardi uno dei fondatori del movimento acmeista).
[…] Nel 1907, aiutando un contadino a curare un bimbo malato, la Zinoveva-Annibal prese la scarlattina e morí di lí a pochi giorni. La sua morte fu per Ivanov una perdita immensa. Egli fece un culto della sua memoria e si dedicò alla pubblicazione dei suoi scritti postumi. La pubblicazione di Trentatrè Mostri e dei due volumi di racconti brevi significò per le lesbiche russe quello che per gli omosessuali era stato un anno prima la pubblicazione di Ali di Kuzmin (pubblicato in italiano da E/O col titolo di Vania): mostrò al pubblico dei lettori che l’amore omosessuale può essere serio, profondo, commovente. Trentatrè Mostri fu ristampato piú volte sino alla rivoluzione d’Ottobre, dopo di che non fu piú pubblicato.
Il lungo romanzo incompiuto della Zínoveva-Annibal, Fiaccole, resta inedito a tutt’oggi.
Ivanov cercò di trovarsi un ruolo dopo la Rivoluzione, ma la sua poesia e la sua personalità non erano in sintonia col nuovo regime. Gli fu concesso di andare all’estero nel 1924 con la sua terza moglie che era la figlia del primo matrimonio della Zínoveva-Annibal. Ivanov scrisse alcune fra le sue piú belle poesie in Italia negli anni 30 e 40, dove visse tranquillamente insegnando letteratura russa e scrivendo il ben noto studio su Dostoevskij. Gli ultimi mesi della vita di Ivanov furono animati dalla relazione con lo scrittore americano Thornton Wilder che arrivò in Italia con le forze statunitensi alla fine della seconda guerra mondiale.